"Si lanciano messaggi diseducativi e pericolosi per i nostri ragazzi. Questo stile di comunicazione non solo rischia di convincere giovani e giovanissimi a eccedere nel consumo di alcolici ma può offrire anche un contesto favorevole dove attecchiscono anche molestie sessuali, verbali e fisiche, se non veri e propri atti di violenza. Questa pubblicità deve essere rimossa". E’ quanto chiede l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi a proposito dei cartelloni di una nota marca di abbigliamento che in questi giorni sono comparsi in alcune zone della città. "L’apposito Codice di Autodisciplina Pubblicitaria, la cui 50ma edizione è del 18 gennaio scorso – ha spiegato l’assessore all'educazione – agli articoli 9, 10 e 11 sottolinea che una cura particolare deve essere posta nei messaggi che si rivolgono ai bambini e agli adolescenti o che possono essere da loro ricevuti.
La comunicazione commerciale ‘non deve contenere affermazioni o rappresentazioni di violenza fisica o morale o tali che, secondo il gusto e la sensibilità dei consumatori, debbano ritenersi indecenti, volgari o ripugnanti’. In particolare ‘non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose e deve rispettare la dignità della persona in tutte le sue forme ed espressioni’ e ‘deve evitare ogni forma di discriminazione’. Inoltre ‘una cura particolare deve essere posta nei messaggi che si rivolgono ai bambini e agli adolescenti o che possono essere da loro ricevuti’.
Questi messaggi ‘non devono contenere nulla che possa danneggiarli psichicamente, moralmente o fisicamente e non devono inoltre abusare della loro naturale credulità o mancanza di esperienza, o del loro senso di lealtà’". "Il mondo d’oggi – secondo Rosa Maria di Giorgi – ha talvolta la tendenza a lanciare messaggi in cui per essere “diversi”, non omologati e vincenti, è necessario apparire trasgressivi per forza, un po’ quella che era stata in passato l’icona del “bello e dannato”.
Un’immagine pericolosa da veicolare, che spesso trova spazio nella pubblicità e non solo, proponendo modelli diseducativi. Nel caso di questa pubblicità si propone l’idea della trasgressione e dell’eccesso come elemento attraverso cui i giovani si differenziano dalla massa dei coetanei, vestendo una determinata griffe, bevendo e lasciandosi andare a comportamenti moralmente censurabili su un manifesto pubblico. Modello alternativo a quello del giovane che sceglie il rispetto le regole e che si diverte senza eccessi". "Messaggi profondamente sbagliati, dunque – ha concluso l’assessore Di Giorgi – senza dimenticare che l’iniziazione alcolica nelle giovani generazioni e in particolare nelle adolescenti avviene stando insieme agli altri, spesso con un atteggiamento verso le bevande alcoliche di completa sottovalutazione.
Non si può permettere alla pubblicità di lanciare slogan di questo tipo mentre si tenta di convincere giovani e giovanissimi a non cedere al vizio del bere smodato". (fn)