Sono in cento nella sola provincia di Livorno le persone che ogni mattina si alzano, vanno a lavorare, hanno magari famiglia e un’esistenza apparentemente come tutti gli altri, ma che esattamente come gli altri non sono, perché devono la vita a un trapianto e soprattutto la devono a un donatore. “Un trapianto segna l’esistenza di due persone – ammette Monica Calamai, direttore generale dell’Azienda Usl 6 di Livorno – o meglio di due famiglie: da una parte c’è una vita che torna o diventa per la prima volta normale dopo anni di sofferenze, attese e speranza, dall’altra c’è una vita che finisce, ma soprattutto c’è un gesto di infinita generosità che comincia.
Nel mezzo, invece, troviamo l’opera di tanti professionisti e di tanti volontari nelle associazioni che fanno sì che questo miracolo accada sempre spesso”. E che la “straordinarietà” della donazione sia sempre più frequente sono i numeri a dimostrarlo. “Nel 2009 – dice Paolo Lopane, Responsabile del Coordinamento della rete aziendale Donazione e Trapianto dell’Azienda Usl 6 di Livorno – nella nostra Azienda ci sono stati 12 donatori e 22 organi trapiantati.
Si tratta di numeri di tutto rispetto che ci pongono ai vertici della classifica regionale della sensibilità alla donazione. Questo è possibile grazie all’enorme sforzo della Rete trapianti, ma soprattutto al progressivo cambio di mentalità delle persone. Per spiegare questo basta confrontare due dati: se nel 2005 il 50 per cento dei familiari acconsentiva alla donazione, nel 2009 sono stati l’82 per cento, è evidente che qualcosa sta cambiando”. A lavorare in questa direzione ci pensano, tra gli altri, molte associazioni tra le quali l’Associazione Italiana Donatori Organi, Tessuti e Cellule (Aido).
“Se è ormai pensiero comune – dice Maria Lina Cosimi, presidente Aido provinciale – la possibilità per una persona di ricevere un trapianto, molto più difficoltoso è far accettare l’idea di essere tutti possibili donatori. Sembra una banalità dirlo, ma le due cose sono inevitabilmente correlate: senza prelievo non ci sarebbe alcuna persona trapiantata. Con l’associazione ci impegniamo a diffondere questa cultura: nessuno di noi spera di essere un donatore, ma può capitare, per questo è importante porsi il problema e soprattutto parlarne con i familiari”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il lavoro dell’Educazione alla Salute.
“Da parte nostra – spiega Fioretta Pratesi, Responsabile Uo Educazione alla Salute dell’Azienda Usl 6 – c’è un impegno importante rivolto soprattutto alle scuole: è da lì che partiamo per diffondere questa sensibilità. Al giorno d’oggi incontriamo molti ragazzi che hanno già fatto la traumatica esperienza della morte di un amico, a volte è proprio la donazione di organi che ne è scaturita a riuscire a dare un senso a una scomparsa così prematura”. Il lavoro portato avanti con i ragazzi quest’anno troverà poi il giusto riconoscimento nel corso della Giornata della Donazione che si svolgerà domenica prossima, 23 maggio, alla Rotonda di Ardenza, in quell’occasione saranno premiati i lavori migliori e più originali.
L’evento, organizzato dall’Azienda Usl 6 di Livorno, dall’Organizzazione Toscana Trapianti (Ott) e dall’Aido, rientra nelle tre iniziative ufficiali previste dalla Regione Toscana nell’ambito della Settimana della donazione e trapianto di organi 2010 e sarà interamente condotta dal comico livornese Claudio Marmugi. Nel corso della giornata ci sarà ampio spazio a musica, cabaret, giochi e sport per tutti.