Stop ai pasti ad un euro a Montedomini. La Società della Salute nella seduta odierna ha infatti approvato la cessazione, dal primo giugno, del servizio di fornitura dei pasti al costo di un euro ai cittadini ultrassantacinquenni. Alla base di questa decisione il fatto che il provvedimento, che costava al Comune oltre 100.000 euro all'anno (il prezzo del pasto infatti assomma a 7 euro), prevedeva l’erogazione del pasto presso l’Asp Montedomini indipendentemente dal reddito delle persone perché non venivano effettuati controlli.
Dopo una serie di verifiche incrociate, disposte dall’assessore alle politiche sociosanitarie Stefania Saccardi, è emerso che su 426 utenti del self-service di Montedomini soltanto 87 sono persone già seguite dai servizi sociali. “Questo provvedimento – spiega l’assessore – si inserisce nella azione di controllo e verifica che abbiamo iniziato sulle persone che beneficiano di interventi sociali. In un periodo in cui le risorse sono sempre più scarse abbiamo il dovere morale di destinarle a chi ha davvero bisogno e di evitare ogni spreco.
Il denaro che verrà risparmiato tornerà nel bilancio dei servizi sociali territoriali e saranno destinati ad aiuti a chi ha bisogno. Comunque – conclude l’assessore Saccardi – chi si trova in situazione di difficoltà potrà ovviamente continuare a beneficiare della prestazione di fornitura dei pasti garantito da parte dei servizi sociali che interverranno sugli utenti bisognosi”. (mf) “Abolire il pranzo sociale ad 1 euro, somministrato ormai da tempo all’interno della struttura di Montedomini, è un’ingiustizia verso i più poveri e verso tutti quegli anziani che, per sconfiggere la solitudine, erano abituati a questo appuntamento di socializzazione”.
Questo il commento del consigliere comunale Francesco Torselli (Pdl) alla decisione comunicata questa mattina dall’assessore Stefania Saccardi. “Durante uno dei miei sopralluoghi a Montedomini per indagare sugli sprechi del Telecare – racconta l’esponente del Pdl a Palazzo Vecchio – ho avuto modo di parlare con i dipendenti della struttura anche del ‘Pranzo Sociale’ e gli stessi mi avevano posto dei dubbi sulla gestione di questo servizio al quale potevano accedere di fatto tutti i residenti del Comune di Firenze e non solo chi si trovava in difficoltà economica o chi vedeva nel ‘Pranzo ad 1 Euro’ una semplice occasione per passare qualche ora in compagnia”. “Il servizio necessitava sicuramente di una più ligia regolamentazione – spiega Torselli – in modo da rappresentare veramente un servizio sociale e non una mensa a basso costo per chiunque, ma la decisione di abolire il servizio mi sembra come ‘gettare via il bambino con l’acqua sporca’ per dirlo alla fiorentina.
L’abolizione del ‘Pranzo Sociale ad 1 Euro’ decisa per colpire chi, finora, ha in qualche modo ‘fatto il furbo’ colpisce in realtà gli autentici poveri e tutti quegli anziani che vedevano nel servizio un antidoto alla solitudine”. “Mi sarebbe sembrato più giusto – conclude Torselli – istituire un sistema di controllo più efficace degli accessi al servizio, magari da realizzare con un semplice rilascio di un tesserino soltanto a quei soggetti realmente bisognosi. La decisione dell’Assessore proprio non la capisco”.
(fdr)