Lo scorso fine settimana dell’8 e 9 maggio, al Mandela Forum di Firenze, si sono svolti i Campionati Italiani di Kendo, che hanno visto protagonisti molti dojo nazionali. Sport di tradizione Giapponese che, come spesso accade per le discipline orientali, è basato sul rispetto dell’avversario, l’umiltà e la disciplina, sempre presenti in ogni momento della manifestazione. Veloce, tattico, a volte aggressivo, ma mai violento il Kendo è stato reso celebre ai più grazie ad alcuni vecchi cartoni animati giapponesi, ma la sua tradizione affonda direttamente nella storia dei Samurai nipponici e nella loro filosofia della spada.
Per noi occidentali un novità per le nostre giornate sportive. Nota dolente, l’assenza di pubblico, un vero peccato, visto gli spazi a disposizione e l’ingresso libero. Una maggiore pubblicità per un evento di livello nazionale, sarebbe stata necessaria e forse doverosa, magari coinvolgendo scolaresche per promuovere la disciplina. Caratteristica interessante è anche la preparazione, la vestizione che comprende diversi indumenti e oggetti: -la giacca (Keikogi o Uwagi) e un paio di larghi pantaloni (Hakama); -l'armatura (Bogu) costituita da una serie di protezioni per le zone del corpo rappresentanti il bersaglio dell’avversario; -il Men (una maschera di metallo, Mengame, sul viso); -i guanti, Kote, a protezione del polso. Poi c’è la spada ovviamente non in metallo, ma di legno duro.
Le differenze da una spada normale si fermano ai materiali. Per la cronaca Alessandria e Messina hanno vinto nella competizione a squadre, mentre nel singolo hanno conquistato la vittoria Giorgio Baldassarri di Roma, Raffaella Togni di Catania nel femminile. foto Emanuele Noferini