Una importante monografia dal titolo “Ansia di Immagini” presenta oggi al MNAF (Museo Nazionale Alinari della Fotografia) il lavoro di fotografo svolto da Italo Zannier, figura di intellettuale preminente nel mondo della fotografia anche per la sua lunga attività di studioso e critico, accompagnata da un’ampia pubblicistica che lo vede autore di più di cinquecento saggi e articoli e di oltre centotrenta tra volumi e fotolibri. Dal 1952 al 1976 è stato infatti tra i più attivi e considerati fotografi dell’Italia del dopoguerra, con riconoscimenti anche internazionali. L’esposizione illustra l’attività di questi anni soprattutto come memoria di un periodo storico della fotografia italiana caratterizzato dal Neorealismo, del quale Zannier è stato un protagonista, fondando il Gruppo Friulano e scrivendo un “Manifesto” programmatico dello stesso neorealismo fotografico. Testimone più attento e attivo nella lettura dei modelli culturali del suo Friuli, Zannier si è impegnato per vent’anni in un profondo lavoro di documentazione che si è spinto, con risultati sorprendenti nella pura ricerca estetica dell’immagine condotta con umana e intensa partecipazione.
La stessa sensibilità è riconoscibile anche nel percorso professionale al fianco di artisti e architetti come appare evidente dal nutrito numero di pubblicazioni che rendono pieno merito al suo lavoro di ricerca. Una selezione di immagini tratta dagli oltre 47.000 scatti in b/n e a colori che costituiscono l’archivio completo dell’attività fotografica svolta dall’autore e oggi conservato nelle Raccolte Museali della Fratelli Alinari insieme alla sua collezione di circa 5.000 stampe fotografiche originali d’epoca, che spaziano dall’800, con un fondamentale nucleo dedicato a Sommer, alla presenza di opere di molti tra i più prestigiosi autori italiani e stranieri, maestri della storia della fotografia del Novecento e contemporanea. Il percorso è articolato in tre sezioni specifiche, gli anni del Neorealismo, l’attività professionale come fotografo d’architettura e l’acquisizione del senso di paesaggio e più precisamente: l’esordio neorealista in Friuli (1952-1960), con particolare riferimento all’architettura spontanea (poi scomparsa con il terremoto del 1976) e all’ambiente sociologico; l’attività professionale nei settori dell’Architettura, in particolare come collaboratore di Bruno Zevi, e nell’Industria, in qualità di fotografo di varie grandi aziende come Rex, Alfa Romeo, mobilifici veneti, e, infine, la documentazione di alcune storiche Triennali milanesi o dell’Expo a Torino di “Italia ‘61”; l’inedita perlustrazione fotografica dell’opera viennese di Adolf Loos, ancora intatta negli anni Cinquanta; un’antologia d’immagini correlate ai maggiori architetti e designer italiani del ‘900 come Giancarlo De Carlo, Marcello D’Olivo, Marco Zanuso, Gino Valle; una scelta iconografica della grande opera illustrata da Zannier sull’Italia e a cura di Italo Insolera e Enrico Ascione, tra il 1967 e il 1976, che ha portato alla realizzazione di nove volumi editi dall’ENI, sulle Coste e i Monti, oggi ancora la più ampia ed esaustiva enciclopedia del paesaggio italiano, con le prime rigorose annotazioni e considerazioni ecologiche e territoriali. Curata da Angelo Maggi, la mostra è accompagnata da un catalogo edito dalla Fondazione Alinari con testi di Italo Insolera, Angelo Maggi e Italo Zannier. In contemporanea a Venezia presso la Fondazione Bevilacqua La Masa, sede di S.Marco, è in corso una grande retrospettiva sulla fotografia italiana: Il furore delle immagini, fotografia italiana dall’archivio di Italo Zannier nella collezione di Fondazione Venezia fino al 18 luglio 2010.
Curata da Denis Curti, racconta la storia della fotografia italiana dagli esordi fino alle tendenze contemporanee, 260 immagini, per lo più sconosciute al pubblico, corredate da una serie di libri e album fotografici. Questa mostra è un esempio di valorizzazione dell’importante fondo librario e dell’archivio fotografico di Italo Zannier, che Fondazione di Venezia ha acquisito a fine 2007, per conservarlo, catalogarlo e renderlo fruibile a studenti e studiosi della materia.