La ricorrenza è di quelle “impegnative”: il trentennale dell’uscita di London Calling, uno dei dischi più influenti nella storia del rock. Difficile occuparsi dei Clash, oggi. Dopo la morte di Joe Strummer l’immagine della band giace sotto il pesante cumulo della retorica barricadera, come se le sue radici affondassero solo e soltanto in quel combat-rock divenuto icona che la storia ha provveduto ad istituzionalizzare. Sbagliato. I Clash, figli della West London dei medi anni settanta, sono stati e restano un magnifico gruppo punk, una garage-band che insieme a Pistols, Damned, Jam e Generation X ha premuto il tasto rosso, quello della deflagrazione.
Questo sono stati Mick Jones, Joe Strummer, Paul Simonon e Topper Headon: una rock’n’roll band che ha fatto dell’urgenza del primo punk la propria arma, insieme a un’ingente dose di talento che ha consentito loro di staccarsi subito dal gruppo. Fin da quel primo album nel quale cantavano, non a caso, “Niente Elvis, Beatles o Rolling Stones nel 1977”. È lì che nasce il mito dei Clash. Poi arriverà il resto: lo schierarsi politicamente, il terzomondismo, l’interesse per le contaminazioni culturali e stilistiche, le 17 serate sold-out consecutive al ‘Bonds’ di Times Square a New York, gli anni ottanta.
Questo dopo, quando la maturità avrà preso il sopravvento sul sacro furore dei primi anni. La parabola della band si sviluppa dal ’77 all’82, poi un’inutile appendice con un album brutto e controverso datato 1985 e singole carriere soliste mai all’altezza di quanto prodotto sotto il marchio Clash. Aldilà di tutto resta, dopo più di trent’anni, l’immagine di una band fiera e ispirata, quella che prima della svolta antiglobalista (anch’essa pionieristica) e prima di riallacciare definitivamente i ponti col passato, si affacciava dalla sala prove di un magazzino abbandonato di Camden per urlare, prima a Londra poi al mondo intero, il proprio ruvido, ingenuo, appassionato “I Wanna Riot”.
Sono soprattutto quei Clash che questo libro vuole raccontare. Attraverso le loro parole. Luca Frazzi è una delle firme più collaudate nel panorama della stampa musicale specializzata italiana. Da sempre si occupa di punk e rock in genere. E’ redattore di Rumore ma in passato è stato fanzinaro e collaboratore de l’Ultimo Buscadero e Rockerilla. Ha pubblicato Iggy & The Stooges. 35 anni di suoni nocivi (Stampa Alternativa, 1998), Lontano da Highbury (Libri di Sport, 2003), due guide al primo punk italiano nel 2003 e una ai Joy Division nel 2009 per le edizioni Apache.
E’ autore di Mamma dammi la benza, documentario in tre puntate sulle radici del punk italiano prodotto dal canale satellitare Jimmy, e conduttore radiofonico. MERCOLEDI 7 Aprile 2010 ore 18.00 Libreria Melbookstore -Firenze Presentazione del volume "The Clash.I Wanna Riot"di Luca Frazzi. Saranno presenti l'autore con Alberto Pelò e Bruno Casini. Ingresso libero. LUCA FRAZZI The Clash. I Wanna Riot. testi commentati (ARCANA editrice) pagine 441, euro 18,50