"Fra poche settimane inizierà la balneazione, pochi giorni di sole e andremo tutti al mare. Nel frattempo si sta consumando un grave attentato alla salute pubblica da parte dei costruttori del rigassificatore offshore". E' quanto dichiara il Comitato contro il Rigassificatore Offshore di Livorno. Che spiega, infatti: "L'autorizzazione del 26 febbraio 2006 prevede 27 prescrizioni che la OLT deve rispettare nella fase di realizzazione del progetto, fra queste la n. 4 che recita "I lavori di scavo della trincea, di posa e di interro della condotta sottomarina devono avvenire fuori della stagione estiva, del periodo di balneazione ed anche del periodo di campionamento delle acque ai fini dell'idoneità alla balneazione".
L'ordinanza n. 28/2010 dela Capitaneria di Porto permette invece il proseguimento dei lavori in mare "indicativamente" fino al 18 aprile. Siamo quindi fuori da quanto prescritto dall'autorizzazione del 2006. E non si dica che i lavori autorizzati, posa delle sei ancora che serviranno al terminale, sono diversi da quelli previsti dalla prescrizione. Basta un po' di buon senso per capire che si tratta di lavori complementari". Poi: "La posa dei tubi come la messa in opera delle ancore avviene nella zona che nel 1999 è stata oggetto del deposito dei fanghi di dragaggio del porto di Livorno.
E' bene ricordare che tale deposito fu bloccato dal Ministero dell'ambiente dopo le denuncie dell'Archeoclub di Livorno e un clasmoroso blitz di Greenpeace che rivelò la presenza nei fanghi di TBT una sostanza che provoca morte in mare e può creare gravi problemi all'uomo. Lavorare su quei fanghi, perchè questo sta facendo la SAIPEM, vuol dire rimettere in circolo quelle porcherie. Si tratta di una operazione pericolosa per i bagnanti che ormai fra poche settimane frequenteranno il nostro mare.
Ci apprestiamo a vivere una stagione balneare tossica?" Ancora: "Dopo lo scandalo della conferenza congiunta fra controllori (Capitaneria di porto nella figura del suo comandante Ilarione Dell'Anna) e controllati (ingegneri della SAIPEM e responsabili OLT) in cui la Capitaneria si è prestata ad avallare di fatto affermazione discutibili e incontrollabili sul funzionamento del terminale e sul suo impatto ambientale, la Capitaneria di porto si prende una grave responsabilità nei confronti di tutti i cittadini.
Ci domandiamo che garanzie questo ente stia dando alla città tutta. Secondo noi nessuna. Difatti l'autorizzazione rilasciata con l'ordinanza di ieri (leggi GREENREPORT del 29/03) viola manifestamente la delibera della Regione Toscana n 839 del 28/9/2009: chiediamo l'immediata sospensione dei lavori, la revoca dell'ordinanza della Capitaneria e la rimozione del Comandante della stessa in attesa delle attribuzioni di responsabilità causate da questo provvedimento scellerato". "Non si tratta dell'unica violazione alle prescrizioni previste dall'autorizzazione: i blocchi stradali organizzati dai cittadini di Stagno dimostrano che non sono state rispettate neppure le prescrizioni nn.
14 e 15 che dettano i criteri per salvaguardare le popolazioni che vivono attorno alle vie di comunicazioni. C'è da domandarsi quante altre prescrizioni non sono state rispettate. Prendiamo ancora una volta atto che le istituzioni non rispettano neanche le regole che si danno per il perseguimento dei loro obiettivi: a guadagnarci saranno in pochi mentre i danni toccheranno a tutta la popolazione". "E allora perchè non ricordare al Comandante della Capitaneria ed alle istituzioni locali la recente attuazione della direttiva della Corte di Giustizia Europea 2004/35/CE, che prevede l'applicazione del principio "chi in quina paga" (comma 2)? E di inquinamento ne verrà prodotto sicuramente parecchio con il sollevamento dei fanghi di dragaggio del Porto nelle coordinate (ma guarda caso!) di posizionamento delle mega-ancore.
Strasburgo ci aspetta, o meglio, vi sta guardando!" conclude la nota.