Nella vicenda del project financing fiorentino, Confindustria e Ance auspicano una discontinuità forte. "Ma questa discontinuità deve consistere anzitutto nel recuperare un dialogo e un’intesa fra pubblico e privato. Non c’è dubbio invece che l’operazione fatta dai soci di Firenze Mobilità sia stata un’operazione ostile nei confronti dei costruttori che hanno investito nel project; come se fossero loro il problema! C’è un urgente bisogno di recuperare un dialogo e non di alzare ulteriori barricate: perché è in gioco il blocco delle opere e la modernizzazione del nostro territorio".
E' quanto dichiarano in una nota Giovanni Gentile e Riccardo Spagnoli. "Il project era – e resta – una grande opportunità di innovazione per Firenze. Anche nel confronto internazionale, si tratta dell’unico strumento innovativo e strategico che – nell’attuale quadro di risorse pubbliche – consente di realizzare quelle opere necessarie alla modernizzazione e alla competitività del territorio. Questo strumento è un gioco a somma positiva se sono chiari i ruoli e gli obiettivi: il pubblico decide e deve gestire le decisioni; il privato realizza le opere e fa investimenti che vanno remunerati.
Se cambia il paradigma si inceppa l’ingranaggio; e il project diventa un salto nel buio, non solo per il pubblico, ma soprattutto per il privato" aggiungono. "I nostri imprenditori fiorentini, già colpiti duramente dalla crisi, traggono da queste vicende nuovi motivi di preoccupazione. Confindustria Firenze e Ance Firenze sono vicine ai propri associati e alle loro maestranze, e sono molto preoccupate per il futuro del settore. Le questioni giudiziarie sono competenza dell’Autorità giudiziaria su cui riponiamo la massima fiducia.
È nostro interesse che sia fatta piena chiarezza; come è nostro interesse che sia recuperato un rapporto di partnership fra istituzioni pubbliche e investitori privati a Firenze" concludono Gentile e Spagnoli.