Dal 2002 al 2009 - secondo Agriturist - le aziende agrituristiche hanno visto assottigliarsi i propri fatturati del 10%. Considerando l’inflazione e il rilevante aumento dei costi di gestione, il reddito è ridotto del 25%. Alla crisi l’agriturismo sta resistendo meglio di altri settori del turismo, ma occorre tenere presente che moltissime aziende sono di recente realizzazione e quindi soggette a pesanti oneri finanziari. “Non si può restare a guardare - dichiara Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist - aspettando che la crisi passi.
L’offerta di agriturismo continua a crescere, ed occorre inseguire nuova domanda in un momento difficile che non passerà tanto presto. In più, anche l’attività agricola è in grave difficoltà”. Così Agriturist ha messo a punto diverse proposte che illustrerà in occasione della Conferenza Stampa in programma a Roma il 18 marzo, e poi nelle sedi istituzionali competenti. Innanzitutto una lotta serrata all’invasione della burocrazia. L’agriturismo, per essere competitivo, deve organizzare diversi servizi, sia pure di limitata dimensione: ognuno comporta adempimenti sempre più complessi che ormai non sono più sostenibili. Per competere alla pari con altri paesi europei e favorire la ripresa, è ormai tempo di concretizzare una richiesta che da tempo avanzano gli operatori del turismo: l’aliquota Iva su alloggio e ristorazione deve essere abbassata dal 10% al 7%. Le crescenti difficoltà delle imprese oneste rendono sempre più inaccettabile la diffusa tolleranza per gli estesi fenomeni di abusivismo che si riscontrano soprattutto nel turismo rurale.
E’ tempo di adottare un serio programma di controlli a campione, preceduti da attente indagini su internet, per far “emergere” tante imprese turistiche che operano senza le prescritte autorizzazioni ed eludono qualsiasi adempimento di legge. Infine la promozione. Ci vuole un grande impegno, pubblico e privato, per diffondere l’uso appropriato di internet e stabilire così relazioni più intense col mercato. Nel chiacchieratissimo portale www.italia.it, riattivato a gennaio 2009, ancora non compare l’offerta di ospitalità extralberghiera, l’agriturismo non esiste; e molti portali turistici delle regioni presentano gravi deficienze di funzionalità, traduzioni in lingue straniere, visibilità sui motori di ricerca. “Abbiamo molta fiducia - aggiunge il Presidente di Agriturist - nell’ormai prossimo avvio dei lavori dell’Osservatorio Nazionale dell’Agriturismo, costituito presso il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
La partecipazione all’Osservatorio dei rappresentanti delle principali istituzioni statali di settore, e di tutte le Regioni, offrirà l’opportunità per discutere subito i provvedimenti più urgenti da prendere”.