Un impianto a biomassa forestale, alimentato da una moderna caldaia a cippato con una ridotta emissione di gas serra e un elevato risparmio energetico ed economico. E’ quello che la Comunità montana usa dall’ottobre del 2009, al posto del vecchio impianto a gasolio, per riscaldare la struttura principale di Piancastagnaio, utilizzando rami e tronchi abbandonati nel bosco dopo i tagli colturali. L’intervento, finanziato con risorse proprie e della Regione Toscana, è costato quasi 65mila euro per i lavori e oltre 9mila euro per la progettazione, la direzione dei lavori, i calcoli strutturali e le prove statiche.
“Il progetto – spiegano dalla Comunità montana – nasce dalla constatazione dell’inespressa potenzialità di molte risorse forestali, che rimangono abbandonate e inutilizzate anche nei nostri boschi. A questo si è aggiunta l’opportunità economica offerta dalla Regione Toscana, che finanzia le iniziative promosse da amministrazioni comunali e da comunità montane per produrre calore ed energia da biomasse vegetali e scarti di tagli boschivi. Il materiale raccolto, poi, viene stoccato in un silos interrato in cemento armato, realizzato in un’ala del giardino della nostra struttura centrale di Piancastagnaio.
Con il nuovo impianto – continuano dalla Comunità montana – si sono abbattuti notevolmente i costi per i consumi, che sono passati dai 9mila euro annui per il combustibile fossile necessario a riscaldare la sede della Comunità montana a quelli molto inferiori richiesti dalla manodopera per la produzione di cippato prelevato dai tagli effettuati nei boschi vicini alla sede di Piancastagnaio. In questo modo, siamo riusciti anche a ridurre l’inquinamento e i costi legati al trasporto”.