L’Associazione Italiana contro leucemie, linfoma e mieloma, mette a disposizione nella sua nuova Casa di Accoglienza, in piazza di Careggi, 40 posti letto ai malati provenienti dall’Italia e dall’estero che devono essere sottoposti a lunghe terapie. Gli ammalati e i loro familiari saranno ospitati in 18 camere con servizi ricavate nella parte più antica del convento delle Oblate, data in comodato d’Uso dall’Azienda Ospedaliera di Careggi all’AIL di Firenze che ha provveduto al restauro dell’edificio anche grazie alle donazioni dei fiorentini. Solo nel 2008 sono arrivati a Careggi 86 nuovi pazienti con diagnosi di leucemia acuta, una media di oltre 7 pazienti al mese.
Dal 1988 al 2009 sono stati eseguiti 1396 trapianti di midollo osseo sia in autotrapianto che da donatore. Numeri che fanno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi un centro di riferimento nazionale. E’ trascorso appena un anno dal 2 Marzo 2009, quando alla presenza dell’assessore al diritto alla salute Enrico Rossi le chiavi dell’ex convento furono consegnate dal Direttore Generale AUOC, Edoardo Majno, al Presidente dell’AIL fiorentina, Silvio Fusari. Dodici mesi nei quali sono stati portati a termine importanti ed impegnativi lavori che hanno portato a far rivivere nella continuità di un impegno umanitario l’antica struttura di alto valore storico ed architettonico. I soldi necessari al restauro della casa sono stati raccolti dall’AIL anche attraverso la vendita delle uova di Pasqua, delle stelle di Natale ed altre attività alle quale i fiorentini hanno risposto con grande generosità, contribuendo alla realizzazione di un’opera importante che sarà in grado di portare un po’ di serenità a chi si trova di fronte a gravissimi problemi di salute. Lo stabile è stato arredato anche grazie al generoso contributo dell’ Ente Cassa di risparmio di Firenze, dalla Fondazione Mayer, cha ha allestito direttamente tre camere ed una sala giochi per i piccoli pazienti pediatrici ed i loro genitori e dalla SILFI S p A che ha contribuito per l’illuminazione del palazzo. Elisa Romoli