“Il paradosso, per certi versi incomprensibile per i lavoratori, è rappresentato dal fatto che dopo un anno di stenti e di vita difficilissima, Decoritalia chiude con un portafoglio ordini di quasi 250.000 euro per il solo mese di gennaio e con altri in arrivo e con quasi 2.000 fogli per essere spediti ai clienti fermi in magazzino” fa sapere nel corso di una conferenza stampa la Slc Cgil. “A causa delle difficoltà finanziarie della società e della sua impossibilità a far fronte al pagamento del TFR, nel corso di questi anni, pochissime persone sono uscite volontariamente dalla stessa; soltanto nell'ultimo mese, con una certa ripresa dell'attività produttiva, i lavoratori hanno recuperato molto parzialmente i ritardi nei pagamenti nei pagamenti (ad oggi risultano erogate le retribuzioni di settembre 2009 e meno del 50% della tredicesima mensilità); i dipendenti hanno continuato a lavorare pur con il riscaldamento non funzionante e senza acqua calda indispensabile per alcune lavorazioni fino a Natale; nel corso di questi anni hanno pagato il prezzo di un uso molto pesante di ammortizzatori sociali, contratto di solidarietà congiunto a Cigo.
I dipendenti dell'azienda, il termine è sicuramente improprio, ma rende bene l'idea, sono risultati 'prigionieri' sia delle difficoltà economiche dell'impresa che della loro professionalità e specializzazione anche in considerazione che Decoritalia costituiva l'azienda leader sul territorio” aggiungono dal sindacato. La prima questione che la Slc Cgil pone è quella di riuscire a “liberare” questi lavoratori il prima possibile: attivare forme di sostegno e continuità del reddito attraverso l'utilizzo di ammortizzatori sociali quali la Cassa integrazione guadagni straordinaria e la successiva indennità di mobilità in moltissimi casi può rappresentare un sollievo finanziario necessario, per diversi è un indispensabile accompagnamento alla pensione o un efficiente avvicinamento, per altri la condizione per rimettersi, con qualche forma di vantaggio per chi è disponibile ad assumere, sul mercato del lavoro.
“Pensiamo che intorno alla soluzione di questo problema – precisa il sindacato - ruoti anche la possibilità o meno di proseguire una attività produttiva importante in questo settore. Non sappiamo se nuovi imprenditori che nei mesi scorsi avevano contattato questa organizzazione sindacale abbiano contattato le Curatele; i lavoratori ad oggi non hanno notizie e sono preoccupati. Confindustria e le Associazioni Imprenditoriali si devono far carico del fatto che un'esperienza manifatturiera unica e straordinaria, tipica di questo territorio non venga cancellata e con essa non si disperda un patrimonio umano e professionale irripetibile creando un pesante disastro sociale tra lavoratori, spesso interi nuclei familiari, che, per ragioni anagrafiche e di specializzazione professionale, risultano difficilmente ricollocabili”. “C'è da lavorare molto e i tempi sicuramente sono stretti, ma la Provincia non si tirerà indietro e farà tutto il possibile, assieme al Comune di Calenzano e alla Regione, per aiutare i lavoratori di Decoritalia”.
E' quanto fa sapere il presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, che ha incontrato stamani a Calenzano gli 84 lavoratori riuniti in un presidio organizzato davanti ai cancelli della storica fabbrica di decalcomanie. “Ci troviamo in una situazione paradossale - ha proseguito il presidente della Provincia - non è pensabile che in un territorio come il nostro sia dichiarata fallita un'azienda a cui continuano ad arrivare gli ordini. Decoritalia è un'azienda storica, un marchio di grande importanza conosciuto anche all'estero, la sua chiusura sarebbe una forte perdita industriale, di professionalità, e anche di carattere culturale”. Anche il sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi, insieme al primo cittadino di Calenzano Alessio Biagioli, è intervenuto al presidio che si è svolto questa mattina di fronte allo stabilimento dell’azienda. “Una situazione che appare paradossale – ha commentato Gianassi – poiché la Decoritalia è un’azienda leader del settore, molto attiva nel mercato interno ed estero che vantava già un buon portafoglio ordini per i prossimi mesi.
Se non saranno trovate soluzioni rapide a questa vicenda, l’economia toscana perderà un altro pezzo importante del settore manifatturiero tipico di questo territorio”.