Firenze, 23-12-2023- Oltre mezzo milione di toscani far fronte all’incremento dell’addizionale Irpef per far quadrare il bilancio sanitario della Regione. E' una tassa che colpisce coloro che hanno potere d'acquisto: artigiani, partite iva, insegnanti, pensionati, forze dell'ordine.
"Credo che occorra mettere le cause nella giusta proporzione per identificare i livelli di responsabilità e le necessarie contromisure. Non vi può essere dubbio infatti che il primum movens della crisi in atto sia imputabile al sotto finanziamento del SS contro cui occorre continuare la mobilitazione di tutte le forze sindacali. Un cittadino toscano riceve 808 euro in meno di finanziamento pubblico rispetto alla media dei cittadini europei. Moltiplicato per i 3.650.00 toscani significa che manca un finanziamento statale di 2,9 miliardi da aggiungere ai circa 7 attuali.
Rispetto alla media OCSE mancano invece “solo” 2 miliardi sic. Non solo un problema toscano evidentemente ma italiano. Una deriva che di fatto sta mettendo in discussione la tenuta del SSN e il diritto alla tutela della salute sancito nell’Art 32 della Carta Costituzionale. Così come non vi è dubbio che i sistemi che più pagano questo sotto finanziamento sono quelli pubblici, Toscana ed Emilia in particolare che sono anche le regioni ai vertici di tutti gli indicatori di sanità per qualità delle cure, dalla prevenzione, alle cure ospedaliere e territoriali.
Non credo ci siano dubbi che questi sistemi pubblici così performanti sugli indicatori di salute siano visti come il fumo negli occhi da quel corteo di gruppi privatisti pronto a saccheggiarlo, una volta imploso sotto il finanziamento. Dopo, acquisito il controllo privato, assisteremmo come sempre a una esplosione della spesa sanitaria per ogni cittadino con molti più esclusi dalle cure rispetto a ora. Proprio questa consapevolezza ci obbliga oggi a resistere per mantenere e migliorare il sistema pubblico che abbiamo senza sacrificare gli extra LEA (parrucche per le pazienti in chemio, trasporto sanitario, ricerca sulle malattie rare, ecc…) che sono il segno della nostra civiltà e sensibilità.
Per resistere e’ necessario però che il SSR raggiunga il massimo di efficienza e non sprechi nessuna risorsa umana o finanziaria che sia" da notare Pasquale D’Onofrio, Fp Cgil Toscana Medici e Dirigenti.
"Occorrono per questo una serie di interventi che rispondano agli standard del DM 70; la riconversione degli ospedali di prossimità che devono fornire livelli essenziali in acuzie, e poi dedicarsi al trattamento della cronicità. Specializzarsi su linee sanitarie specifiche che consentano di concentrare le casistiche e aumentare la qualità e quantità delle risposte alle lunghe liste di attesa: ospedali vocati, specializzati nel trattamento delle protesi di anca, ginocchio, colecistectoma, emorreidectomi, plastica erniaria, ecc..
che oggi obbligano i cittadini a lunghe attese. Pochi centri per Area vasta concentrando la casistica migliorando efficacia ed efficienza. Governare l’appropriatezza prescrittiva selezionando le patologie a maggiore impatto e creando centri di presa in carico di tali patologie: per esempio il mal di schiena richiede l’istituzione di centri multi professionali e disciplinari in alcuni ospedali che prendono in carico il paziente e guidano la diagnostica necessaria. Lo stesso per la cronicità: Broncoplneumopatici, cardiopatici, diabetici, ecc… dovrebbero entrare in filiere di controllo routinario pubblico come avviene per i pazienti oncologici afferenti ai Cord.
Il controllo specialistico pubblico è reso sempre più necessario dalla inflazione del ricorso alla diagnostica pesante per induzione del privato e per medicina difensiva dei curanti. Nel quadro attuale manca una reale presa in carico, manca la cura e stiamo diventando un prestazionificio. Stiamo cioè finanziando con soldi pubblici una deriva opportunistica privata. Concentrare le Terapie intensive e le interventistiche ad alta complessità negli ospedali di primo e secondo livello poiché le complicanze in tali pazienti richiedono competenze multidisciplinari.
Il personale recuperato nelle modifiche organizzative andrebbe dedicato, oltre all’abbattimento delle liste di attesa. al potenziamento dei letti per la cronicità, riabilitazione, palliazione, ecc... Sono solo lo 0,3 per 1000 abitanti in Toscana, contro lo 0,7 previsto dal DM 70, ne mancano quindi 1460 da distribuire sul territorio toscano in base ai bisogni assistenziali ben mappati anche per favorire le dimissioni dai PS di malati spesso cronici. Adibire sui territori Centri per assistenza e urgenza non gravi per intercettare sui territori prima dei PS i bisogni assistenziali che la carenza dei MMG rende sempre più necessari.
Il bisogno di difendere la più grande infrastruttura del nostro paese che oggi compie 45 anni ci obbliga a una presa di posizione e di responsabilità collettiva chiara, nessuno si senta escluso! Solo in questo caso il sacrificio richiesto non sarà stato vano".
“La sinistra fruga direttamente nelle tasche dei soliti, cioè fa l'unica cosa che è in grado di fare: rimedia alla pessima gestione dei soldi pubblici aumentando le tasse. Non ci sorprende scoprire che la Giunta non abbia concertato la manovra con le sigle sindacali, del resto il 'granduchino' Giani ha fatto calare dall'alto questa scelta sulla sua stessa coalizione e i risultati si sono visti (e sentiti) in aula.
Bene che i sindacati oggi ci diano ragione: la Giani Tax poteva essere evitata se il governatore e l'assessore Bezzini, anzi il vero assessore alla sanità cioè il direttore Gelli, che non a caso si è fatto aumentare lo stipendio di 20 mila euro, avessero avviato un serio piano di razionalizzazione della spesa sanitaria un anno fa! Praticamente quello che annunciano di voler fare adesso.
Non ci stupisce neppure che l’unica voce fuori dal coro sia quella della Cgil, cioè il sindacato spin doctor del Pd, che ripete la stantia bugia che la Giani Tax sia colpa del Governo nazionale. La Cgil ormai è la vera stampella di una coalizione zoppa, sempre pronta a correre in soccorso del Pd” lo dichiara il capogruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale toscano Francesco Torselli.
“Un bilancio difficile da chiudere, quello approvato stanotte (21 dicembre) in consiglio regionale”. Esordisce così Valentina Mercanti, consigliera regionale del Partito Democratico “Il quarto di questa consiliatura: prima il Covid, poi l’acuirsi della situazione internazionale con l’aumento dei prezzi nel 2023, infine l’alluvione. Difficile programmare, difficile fare quadrare i conti, mantenere il sistema attuale e migliorarlo ma siamo riusciti a presentare un bilancio che vede aumentare le risorse ai giovani, per lo sport, per l’edilizia abitativa, per il sociale e le politiche per la famiglia, la sanità, il lavoro e la formazione professionale, in una parola il welfare.
Investiamo sui toscani e sui territori della Toscana perché la nostra regione continui ad essere una terra dove si nasce e si vuole rimanere per tutta la vita, dove si vuole venire perché oltre ad essere bella offre anche servizi. Questa è la Toscana che vogliamo, questa la Toscana per cui lavoriamo”.
“Un bilancio importante anche per la provincia di Lucca, tanti infatti gli interventi che ci riguardano: rifinanziamento dei contributi per via Francigena, la messa in sicurezza della viabilità di accesso all’area industriale tra Montecarlo e Pescia, contributo al Comune di Viareggio per la progettazione dell’asse di penetrazione, la ristrutturazione di un immobile ASL a Lucca al Campo di Marte, la ricostruzione e la riqualificazione dell’ ex Arlecchino a Camaiore, un progetto molto voluto dall’amministrazione che potrà diventare realtà, i fondi per coprire l’aumento dei costi per la ristrutturazione della scuola Massarosa e il contributo al Comune di Porcari per l’adeguamento della Caserma dei carabinieri, un altro intervento fortemente voluto dall’amministrazione comunale”. “Avanti così - conclude -, ogni giorno più determinati a fare bene e contribuire alla crescita della nostra regione”.
"Il tanto decantato sistema sanitario, tutto pubblico, della Toscana, quel servizio che avrebbero voluto difendere dalle destre brutte e cattive, fa acqua da tutte le parti: costi sempre più alle stelle e servizi al lumicino ovunque, soprattutto nei comuni più piccoli". Lo dichiara Erica Mazzetti, Deputata di Forza Italia. "Prima la riforma fallimentare del 118, che ha devastato un servizio ben funzionante, anche grazie ai molti professionisti, poi la voragine dei conti pubblici – è l'affondo -. Del resto, la sinistra, con l'assenso degli alleati come Italia Viva, prima fa il buco, e non è certo colpa del governo – noi abbiamo investito e molto in sanità a livello nazionale – tanto che tutti se la prendono con Giani, poi scarica il costo su coloro che vengono sempre, regolarmente tartassati con l'Irpef".
"380 euro in più di tasse a famiglia – ricorda Mazzetti – sono il presente natalizio di Giani e Saccardi, di Italia Viva e PD: un salasso vergognoso in tempi di crisi nei quali tutti già pagano di più, senza avere in cambio alcuna miglioria. Perché loro, PD e Italia Viva, fanno così: prima tagliano, prima tartassano, poi promettono migliorie". "Prima la disastrosa gestione del trasporto pubblico, poi la sistematica riduzione della sanità: cosa rimane oggi del famoso modello toscano?", conclude Mazzetti.
Il consigliere di Italia Viva, Stefano Scaramelli due giorni fa aveva detto: 'Non ci asterremo, non usciamo dall'aula, votiamo contro'. Invece sono usciti dall'aula al momento del voto, dopo ore in cui il Consiglio regionale è stato sospesa per le riunioni di maggioranza: "Non vediamo l’ora di parlare con il Presidente Giani e con il segretario Pd Emiliano Fossi per spiegargli di nuovo perché non abbiamo votato l’aumento delle tasse. Peraltro, a scanso di equivoci, confermiamo che non intendiamo farlo neanche in futuro. Aspettiamo di conoscere la data e l’ora che riterranno opportune per l’incontro con Italia Viva, arriveremo puntuali".
"Siete il partito delle tasse, rimarrete nella storia per questo motivo. E la maggioranza non può andare avanti così: o si sta in maggioranza, o all'opposizione. Da un lato c'è il partito delle tasse, dall'altro c'è 'Italia Confusa' che ha scelto ancora una volta potere e poltrone: il risultato è che siamo arrivati con 200 milioni di euro in più di pressione fiscale, due consiglieri di maggioranza che escono dall'aula e un presidente che fa finta di niente". Lo ha detto il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella, in un passaggio del suo intervento in aula, rivolgendosi alla maggioranza di centrosinistra, durante il dibattito sull'approvazione del bilancio.
"La Toscana - ha proseguito Stella - è stata l'unica Regione italiana che, di fronte al payback che non è arrivato, ha scelto di alzare le aliquote Irpef e di tassare i cittadini. Non lo ha fatto nessun'altra Regione, e io credo che oggi si sia segnata una linea oltre la quale credo nessuno possa andare. Questi soldi, questi 200 milioni di euro frutto dell'ennesima tassazione, oltre tutto devono andare sui servizi generali, non per tappare i buchi della sanità, altrimenti la corte dei conti vi farà un rilievo. Quanto alla proposta di una task force, è una proposta senza senso, non occorre una task force, ma occorrono dirigenti che si mettono a lavorare con la parte politica, ed individuino non oggi, ma avrebbero dovuto farlo un anno fa, quali sono gli elementi di criticità".
“Una messa in scena ridicola, non ci sono altre parole per commentare il comportamento tenuto dai consiglieri regionali di Italia Viva. Per giorni hanno annunciato il voto contrario all'emendamento necessario a mettere in sicurezza i conti della sanità toscana, mettendo a rischio la tenuta del sistema sanitario regionale. Poi, una volta arrivati in aula, hanno pensato bene di 'scomparire' e non votare l'emendamento della maggioranza. Un atteggiamento sbagliato, utile solo a tenersi le mani libere” rende noto Sinistra Civica Ecologista.