Antropocene – L’epoca umana sarà proiettato in anteprima giovedì 29 agosto alle ore 21:45 presso l’Arena di Marte a Firenze e arriverà nelle sale cinematografiche italiane il 19 settembre 2019 grazie a Fondazione Stensen e Valmyn. Il documentario è frutto della collaborazione quadriennale tra il fotografo di fama mondiale Edward Burtynsky e i registi pluripremiati Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier che, combinando arte, cinema, realtà virtuale e ricerca scientifica, documenta i cambiamenti che l’uomo ha impresso sulla terra e testimonia gli effetti delle attività umane sui processi naturali.
Un progetto straordinario, unico nel suo genere, che prima dell’uscita in sala è stato presentato in anteprima europea al MAST Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia di Bologna all’interno di una mostra multidisciplinare che si propone di documentare l’indelebile impronta umana sulla terra. Terzo capitolo di una trilogia che include Manufactured Landscapes (2009) e Watermark (2013), Antropocene – L’epoca umana testimonia con un approccio esperienziale e non didattico un momento critico nella storia geologica del pianeta, proponendo una provocatoria e indimenticabile esperienza dell’impatto e della portata della nostra specie.
La voce narrante in originale è del Premio Oscar® Alicia Vikander. Antropocene – L’epoca umana ha vinto il Premio del pubblico all’ultima edizione del Festival CinemAmbiente ed è sostenuto dalle più importanti associazioni per la difesa dell’ambiente, nazionali e non, tra cui FRIDAYS FOR FUTURE ITALIA, EXTINCTION REBELLION ITALIA, GREEN PEACE, ASSOCIAZIONE ITALIANA GIOVANI UNESCO, #UNITE4EARTH ed anche MYMOVIES.IT.
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“È un errore grossolano e illogico aver inserito le cave di marmo di Carrara nei 43 scenari di disastri planetari descritti nel film-reportage Antropocene – L’epoca umana, dato che le cave sono presenti solo nell' 1% delle Alpi Apuane”. Così Erich Lucchetti, presidente di Confindustria Massa Carrara commenta il documentario a tema ecologico “La presentazione di una distruzione paesaggistica è evidentemente un’esagerazione perché non fornisce i numeri reali e quindi può indurre il cittadino in un errore - spiega Lucchetti-.
Perché, per andare più nel merito grazie alle cifre, si escava su soli 20 Kmq all’interno dell'area delle Alpi Apuane che si estende per 2000 Kmq, cioè l'1% . Dare informazioni non corrette alla fine non fa bene neppure all'obiettivo di chi, giustamente, vuole porre in primo piano il tema della tutela dell'ambiente, perché lo inquina con dosi di velenosa demagogia che ne svuotano il significato”. Nel documentario Antropocene si racconta che in passato ci volevano 20 giorni per estrarre un blocco per il quale oggi di giorni ne bastano uno: “Questo è possibile grazie a tecnologie più moderne – spiegano Lucchetti - che consentono di limitare la fatica umana e il rischio di infortuni, ma anche in questo caso i numeri non mentono: oggi si escava il 25-30 per cento in meno rispetto a 25-30 anni fa.
Quel che non si spiega nel documentario è che si escava meglio e con più razionalità rispetto a quando si usava l'esploso per far saltare in aria la montagna e e l'80% del materiale andava perso”.
Per avere un altro parametro per comprendere le dimensioni del lavoro alle cave di Carrara, spiegano da Confindustria, bisogna sapere che in Italia ogni anno tra pietre, calcari, sabbie e argille, si escavano 90 milioni di tonnellate, i prodotti delle cave di Carrara rappresentano meno del 5% del totale. In Europa si parla di 2,6 miliardi di tonnellate di prodotti estratti e i metodi usati sono più o meno gli stessi, mentre i sistemi utilizzati a Carrara sono tra i più controllati e soggetti a discipline per sicurezza e la tutela ambientale. “Come si può pensare allora che le nostre cave siano uno dei 43 scenari di distruzioni del mondo - aggiunge Lucchetti – senza menzionare mai i numerosi studi che hanno evidenziato che la produzione di materiali alternativi alle pietre naturali come il cemento, la ceramica, il vetro e l’alluminio a parità di superficie producono molta più CO2”. “Non nego che i temi generali del film servano a riflettere e a ragionare sul nostro pianeta- conclude Lucchetti – ma penso che sia necessario che la riflessione anche critica si basi su dati certi e quindi ritengo fuorviante includere in quel ragionamento anche le immagini delle cave di Carrara dove si estrae il materiale che rappresenta l'Arte italiana per tutto il Mondo.
E mi sembra anche offensivo verso Carrara e a tutta la Toscana dove c'è un costante impegno fra istituzioni, imprese e lavoratori a utilizzare regole e metodi che tengano insieme lavoro e ambiente, sviluppo e sicurezza”.
"Troviamo fuori luogo le parole di Eric Lucchetti presidente di Confindustria Massa Carrara che cerca di sminuire il disastro dell'escavazione - afferma Eros Tetti Presidente della ReTe dei comitati per la Difesa del Territorio e fondatore di Salviamo le Apuane - le Alpi Apuane sono la più grande emergenza ambientale in Italia! Emergenza completamente trascurata dalla Politica locale. Inoltre in questi giorni abbiamo visto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, stracciarsi giustamente le vesti per gli incendi in Amazonia e accusando Bolsonaro, mentre lo stesso Presidente non ha fatto niente di importante per la salvaguardia delle Alpi Apuane. E' giunto il momento di togliere ogni alibi a questa politica che compatta appoggia lo smantellamento di questo fragile territorio e con esso la nostra possibilità di continuare a vivere qui."