“Venire qui è un sogno, questa è una tappa meravigliosa: due anni fa allenavo la Primavera, ora mi trovo in una grande società, con una grande rosa e una ossatura forte, tanta empatia e tanta sintonia”. Darò tutto me stesso con amore e passione: con questo mantra e con la voglia di “fare qualcosa di importante” Raffaele Palladino si presenta come nuovo allenatore della Fiorentina.
Un velo di commozione all’esordio per ringraziare il Monza e soprattutto Berlusconi “che porterò sempre nel cuore” e Galliani “maestro di vita e di calcio”, poi è il momento di voltare pagina e guardare all’oggi, che comincia tra una settimana con l’avvio della nuova stagione, tra due per la Fiorentina con le visite mediche e il ritiro. Anche se qualcosa si affaccia già: spiega che farà giocare la squadra preferibilmente con difesa a 3, modulo 3-4-3 o 3-4-2-1, “però non sono integralista, mi piace cambiare, qui si viene da moduli con difesa a 4, potremo utilizzarli, i calciatori intelligenti devono sapersi adattare”.
E segnalini di mercato, “ho parlato con tutti, sono tutti molto carichi”. Tutti tutti? Mah. “Ikoné non sono riuscito a sentirlo, so di una sua situazione aperta, vediamo nei prossimi giorni”. Tradotto: valigia in mano. Solo Ikoné? Macché. Il discorso scivola su Bonaventura, Castrovilli e Duncan, e sul centrocampo da rivoluzionare.
“Da qui al 30 giugno ci sono valutazioni”, ecco un altro mantra ricorrente, “conoscerete le decisioni, ma sempre per il bene della Fiorentina”. Tradotto, anche per loro ciao ciao. Lui in ogni caso sostiene di non mettere paletti “ma chiedo qualità”, il mercato lo fa la società (terzo mantra), però sa bene che un attaccante serve anche se insiste “non dico: mi serve quello, in base a quello che farà la società (dagli) metterò nelle condizioni di fare meglio, con Djuric a Monza ho fatto un certo gioco, con un attaccante più incline al palleggio ne farò un altro”.
Mirino su Kean? Vedremo.
Determinato, appassionato, asciutto, sicuro, deciso, preciso (mister, la prossima volta che glielo chiedono, questi sono aggettivi…): è il volto che mostra Raffaele Palladino al suo primo giorno “ufficiale” a Firenze, nella sala stampa del Viola Park con Daniele Pradè al fianco, sotto gli sguardi vigili e un po’ coccolanti di Alessandro Ferrari e Roberto Goretti. Che lasciano a lui la scena, e lui a colpi di belle parole per tutti la tiene serenamente.
Sa cosa l’aspetta, qua? "Sono arrivato preparatissimo, qui c’è una grande società e una grande squadra che ha fatto benissimo, Italiano è stato fantastico a preparare un grande gruppo, un’ossatura che ha svolto un percorso da portare avanti, c’è una rosa forte, ma proseguiremo per il bene della Fiorentina”.
Sul Viola Park. “Ne ho visti tanti, ma questo è il più bello mai visto, ci vedi le ambizioni della società, il presidente Commisso ha fatto qualcosa di davvero unico. Non ho conosciuto Joe Barone, ma so che ci ha messo il cuore”.
Sulla “sua” Fiorentina. “Siamo in fase di valutazione, di costruzione della rosa, poi verranno i dettagli, aggettivi ce ne possono essere tanti, l’ambizione di fare qualcosa di importante, la nostra squadra deve saper giocare, divertire, comandare la partita, più che aggettivi vedo positività”.
Su Pradé e il “pronti per un grande attaccante”. “C’è grande sintonia e confronto quotidiano, con Pradè, Ferrari e Goretti sappiamo dove mettere gli occhi. L’attaccante è determinante anche per il livello tecnico, qui in passato ce ne sono stati di grande valore e ora i tifosi ne aspettano uno importante. Noi sappiamo dove dobbiamo attingere”.
Sul ruolo di Beltran. “Ho parlato con tutti, anche con Beltran, ha caratteristiche importanti, ottimo come sotto punta nel 4-3-2-1, ma anche come punta, è un ragazzo molto disponibile, non tanto per un sistema preciso ma per le sue caratteristiche”.
Su Commisso. “L’ho sentito per telefono, oggi lo risento. E’ sempre presente, mi ha sorpreso per ambizione e passione, non vedo l’ora di conoscerlo, mi dicono che è un generoso”.
Su Terracciano, che Pradè definisce “un portiere forte”. “Ho parlato con lui e con tutti gli altri. Abbiamo grandi portieri, puntiamo su Terracciano poi ci sarà un confronto con la società perché nel mercato può succedere qualunque cosa”.
Sulla sua carriera, se Firenze è una tappa o un punto d’arrivo e sulla scommessa per l’Europa. “Firenze è una tappa meravigliosa, due anni fa allenavo in Primavera, venire qui è un sogno, lavorerò ogni momento per la società, per la tifoseria, darò tutto me stesso per dare grandi soddisfazioni ai tifosi che dovranno darci una grande mano anche in trasferta. Le scommesse le facciamo con il direttore e con la squadra, in Europa è stato fatto un grande percorso con due finali, dà responsabilità ed è stimolo per fare meglio, c’è tutto per costruire qualcosa di importante”.
Su Nico Gonzalez. “Lo conosco bene, giocarci contro era difficile, è un top player, è bene averlo. E’ motivato, vero, non vedo l’ora di allenarlo, sta bene a destra ma anche sotto punta, è intelligente e quindi sa giocare dovunque”.
Sulla passione dei fiorentini. “Quando sono arrivato alla stazione nessuno lo sapeva eppure c’erano già tifosi ad aspettarmi. Sono salito sul taxi, e il tassista mi ha chiesto un selfie, sono uscito e c’era un altro tifoso a salutarmi, questo è grande amore per questa maglia. E’ stimolante, dà responsabilità, è bello perché il lavoro si fa con passione e amore, e io ci metto tutto”.
Sui giovani, se faranno parte del percorso. “Assolutamente sì, anche loro li ho chiamati. Sono fondamentali nel calcio italiano, anche a Monza avevo giovani forti. Ho parlato con Galloppa, l’allenatore della Primavera, abbiamo anche giocato insieme: lui mi ha raccontato tutto, li vedrò in ritiro poi d’accordo con la società decideremo chi resta”.
Sulle ambizioni forti annunciate da Pradè: se pretenderà giocatori e inciderà sulle cessioni. “Ovviamente chiedo qualità per alzare il livello, ma qui c’è un grande scouting, seguiamo molti profili e sappiamo dove cercare, poi il mercato ha le sue problematiche. Per le uscite c’è la massima condivisione con la società”.
Sul lavoro in previsione del doppio impegno. “Abbiamo programmato tutto fino dal ritiro, giocare ogni 3-4 giorni farà bene, è importante che le partite siano tante e la società è strutturata. Nello staff sono arrivate tante persone, lavoro con grandi ragazzi, il mio vice Stefano Citterio, poi Federico Peluso, gli analisti, i preparatori atletici, il preparatore dei portieri...”.
Sul Monza come fonte di acquisti. “Non ho richieste specifiche, la società sa su cosa lavoriamo”.
Su Riccardo Sottil. “Per me è molto forte, come Nico, ha qualità, fantasia, estro, strappo di gamba, devo essere bravo a trovare la chiave giusta per condizionarlo a fare bene. E’ maturo e motivato, ha ottime chance”.
Sulla presenza di un vero leader in squadra. “Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa e mi ha dato input quando ci ho parlato. Ho scritto tutto, per farne un archivio, e ho preso tanti spunti. Il leader deve essere il gruppo, poi magari nel gruppo c’è sempre un leader che è il capitano, o il leader calcistico o quello simpatico, ma è fondamentale che tutti ragioniamo nella stessa maniera, è fondamentale il rispetto e una grande mentalità di squadra e di famiglia”.
Su Fabiano Parisi e la convivenza con Biraghi. “Nel 3-4-3 può essere perfetto come quinto, ha grande strappo. Insieme con Biraghi? Difficile, sono simili anche se con caratteristiche diverse, Biraghi parte più da dietro, è una soluzione che troveremo in corso d’opera, a oggi difficile ma vedremo. Dipende dalla mentalità”.
“Sulla storia viola verso i 100 anni. "Quello della Fiorentina è un passato di grandi successi, di traguardi e obiettivi, da piccolo simpatizzavo per la Fiorentina perché seguivo Batistuta, Rui Costa, Edmundo. Hanno fatto la storia, e ora anche noi siamo qui per fare qualcosa di importante”.