“Ho appreso della disponibilità della Figc di accogliere, presso il Centro tecnico federale di Coverciano, calciatrici e calciatori afghani rifugiati nel nostro Paese. Firenze è al fianco di Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio, e faremo la nostra parte per dare una mano”. Lo dichiara il sindaco Dario Nardella.
“Nel rispetto delle indicazioni di Governo e delle organizzazioni sportive - continua Nardella - ribadiamo la nostra volontà di difendere i diritti umani di calciatori e calciatrici e di proteggere quanti riusciranno a uscire dall’Afghanistan. Grazie alla Figc per aver pensato a Coverciano, che già durante l’emergenza più dura del Covid è stato alleato prezioso per la città”.
“Quello di stamattina è stato un primo incontro informativo tra i Comuni e la Regione sulla crisi afgana e sull’organizzazione dell’accoglienza dei profughi da quel Paese. La nostra, insieme al Piemonte, è stata la regione che più rapidamente si è attivata per la gestione di un’emergenza eccezionale, da affrontare con modalità altrettanto eccezionali, per la quale si sono già rese operanti protezione civile e associazioni di assistenza. La Toscana si prepara ad accogliere per il momento circa 120 profughi, un po' meno della metà dei quali sarà ospitata a Firenze mentre i restanti saranno distribuiti tra gli altri Comuni.
Insieme a loro, 200 dei 3000 civili afgani collaboratori della missione di pace italiana e per il momento destinati al nostro Paese giungeranno nella nostra regione: qui trascorreranno la quarantena secondo le modalità organizzative delle Asl, per poi essere collocati, in condizioni di massima sicurezza e segretezza. Si tratta infatti di persone che richiedono il massimo grado di protezione e sulle quali verrà mantenuta il più possibile la riservatezza. La situazione è estremamente delicata e noi siamo pronti a fare la nostra parte, in attesa di ulteriori incontri e aggiornamenti.
La Città di Arezzo è vicina a tutta la popolazione che in questi venti anni ha collaborato con i nostri militari e i nostri operatori di pace - e in particolare alle donne e alla minoranza di religione cristiana. Spero che oltre alla accoglienza, doverosa ma emergenziale, che il mondo libero non può che sostenere, ci sia un monitoraggio in loco per evitare che il fondamentalismo islamico torni protagonista. Insomma: l'accoglienza da sola non può essere la soluzione, se vogliamo veramente garantire diritti e libertà”.