Firenze – “L’affettività in carcere alla luce della sentenza della Corte Costituzionale 10/2024” è stato il tema del convegno che si è tenuto ieri (martedì 25 giugno) nell’Auditorium Spadolini di palazzo del Pegaso, organizzato dal Garante dei diritti dei detenuti della Regione Toscana, da AIGA (Associazione giovani avvocati) e ONAC (Osservatorio nazionale di AIGA).
L’evento ha coinvolto operatori della giustizia, avvocati, garanti, associazioni ed esperti, che si sono confrontati sul tema a seguito della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il divieto assoluto di colloqui intimi tra detenuti e familiari, affermando il diritto all'affettività e alla sessualità in carcere.
Al convegno ha portato il saluto, a nome di tutto il Consiglio regionale, il presidente Antonio Mazzeo. “Ogni Regione – ha detto - misura la qualità della propria democrazia con il livello di civiltà delle nostre carceri, con il livello con cui i detenuti riescono ad essere reinseriti nella società e con il livello con il quale ogni detenuto riesce a vivere la propria affettività in carcere. Ognuno di noi deve dare un contributo affinché questi principi si rafforzino e si consolidino e penso che iniziative come queste possano aiutare ad indirizzare il percorso nella direzione giusta”.
“Il convegno ha voluto mettere in luce l'importanza della sentenza e diffondere la conoscenza dell’importante svolta impressa dalla Corte Costituzionale – ha dichiarato il Garante dei diritti dei detenuti della Regione Toscana Giuseppe Fanfani - In sostanza, il diritto alla affettività in tutte le sue forme è fondamentale e incomprimibile, quale che sia la condizione in cui si trova la persona. Ora è necessario agire per la sua attuazione concreta, sperimentando soluzioni idonee a garantirlo negli istituti penitenziari”. “Preoccupa però l’assenza al convegno del Provveditorato dell'Amministrazione penitenziaria – ha aggiunto Fanfani - più volte sollecitato a intervenire. Ciò può apparire un segno della mancanza di volontà di confronto e di azione”.
La grande sfida diventa infatti quella della concreta attuazione del diritto all’affettività negli istituti di detenzione, con la realizzazione di spazi idonei a trascorrere del tempo con il partner in condizioni di riservatezza. Sfida che fa tornare d’attualità la ricerca “La dimensione affettiva delle persone in detenzione”, illustrata nuovamente nel corso del convegno, realizzata nel 2021 proprio dal Garante dei detenuti della Regione Toscana, tramite la Fondazione Giuseppe Michelucci con la collaborazione del Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria della Toscana e dell’Umbria e delle Direzioni degli istituti penitenziari toscani.
Un lavoro che ricostruisce le caratteristiche delle sedici strutture carcerarie per adulti attive sul territorio regionale, le modalità con cui vengono assicurate le relazioni tra detenuti e familiari, gli spazi ove queste hanno luogo, le eventuali potenzialità degli istituti penitenziari come luoghi dove promuovere una concreta progettualità. Esso riporta inoltre concrete soluzioni organizzative e architettoniche che potrebbero costituire un modello di riferimento.
Nel corso del convegno sono state anche citate le esperienze di altri Paesi europei (Albania, Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Norvegia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera) come esempi significativi a cui ispirarsi per costruire strutture adeguate e dignitose nelle carceri italiane, a partire da quelle della Toscana.
Nell’occasione è stato inoltre ricordato come la Regione Toscana avesse presentato nel 2020 una proposta di legge regionale per regolamentare l’esercizio del diritto all’affettività in carcere che, insieme ad una analoga partita dalla Regione Lazio, aveva investito la precedente legislatura nazionale, senza che ne venisse dato alcun seguito. Nell’ottobre 2023 il Garante regionale ha trasmesso nuovamente l’atto normativo al Consiglio regionale perché possa di nuovo essere votato come proposta di legge di iniziativa regionale.
Sono intervenuti al convegno Tommaso Bendinelli, consigliere presso l’Ordine degli avvocati di Firenze; Carlo Foglieni, presidente nazionale di Aiga (associazione giovani avvocati); Valentina Brecevich, coordinatrice di Aiga Toscana; Marcello Bortolato, presidente del tribunale di sorveglianza di Firenze; Fabio Gianfilippi, magistrato di sorveglianza di Spoleto; Saverio Migliori, della fondazione Michelucci; Grazia Zuffa, psicologa e presidente della Società della ragione; la Garante dei diritti dei detenuti; Alessandro Betti, componente dell’Onac (Osservatorio nazionale Aiga sulle Carceri); Francesca Bonagura, referente di Onac Toscana.