MASSA– Gli interventi per la riqualificazione e la riconversione dell'area industriale di Massa Carrara diventano impegni concreti. E' quanto prevedono le firme poste venerdì sul protocollo d'intesa che individua gli interventi da realizzare per la riqualificazione ambientale, la reindustrializzazione, il rilancio produttivo e il potenziamento infrastrutturale (strade, ferrovie e porto) oltre a misure per il reimpiego dei lavoratori che hanno perso il lavoro. Le firme sono quelle del presidente della Regione Toscana, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e dei rappresentanti dei Ministeri dello sviluppo economico, delle infrastrutture e trasporti, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, del lavoro e delle politiche sociali, oltre a quelle della provincia di Massa Carrara, dei due comuni capoluogo e dell'Autorità portuale di Marina di Carrara. Si tratta, come ha spiegato il presidente della Regione, di un piano di lavoro condiviso da tutti i soggetti pubblici interessati, le cui azioni saranno oggetto di specifici accordi di programma.
Si parte dalla necessità di bonifica dell'intera area, rispetto alla quale la Regione si impegna a predisporre entro l'anno un progetto preliminare capace di dare una soluzione definitiva ad una problematica che da troppi anni impedisce un corretto sviluppo dell'area. Secondo il presidente ci sono tutte le condizioni affinché si possa intervenire sul potenziamento delle infrastrutture a partire da quelle portuali e ferroviarie. L'idea è quella di realizzare ai piedi delle Apuane ciò che si è fatto a Piombino e a Livorno facendo diventare quest'area uno dei motori dello sviluppo della Toscana della costa.
Quanto al fronte occupazionale l'intenzione è quella di creare le condizioni per attrarre nuovi investitori industriali in grado di garantire nuova occupazione, grazie agli incentivi che saranno attivati. Con la firma di venerdì la Toscana ha quindi posto le premesse per una serie di interventi di infrastrutturazione, rilancio produttivo e sostegno alle imprese e ai lavoratori, per i quali è atteso il contributo, anche economico, da parte del Governo, oltre alle risorse che la Regione garantirà, utilizzando le opportunità dei fondi comunitari. Tra i principali progetti che saranno previsti dall'Accordo, oltre al completamento della bonifica dei siti di interesse nazionale e regionale, figurano le azioni di mitigazione del rischio idrogeologico, con interventi sui corsi d'acqua locali.
Per questa serie di interventi si stimano necessari circa 50 milioni di euro, una cifra che verrà meglio definita una volta terminata la progettazione preliminare che la Regione si impegna a completare entro l'anno. Per ciò che riguarda il porto sono in corso i lavori di dragaggio per rendere i fondali in grado di permettere l'attracco alle navi che pescano fino a 12,5 metri. L'Accordo prevede poi la creazione di un nuovo varco di accesso al porto attraverso la realizzazione di un nuovo ponte sul Carrione e l'utilizzo diretto della viabilità provinciale.
Anche il varco di accesso di ponente al porto di Marina di Carrara dovrà essere risistemato. Quanto alla rete ferroviaria interna alla Zona industriale apuana dovrà essere ampliata e resa più efficiente collegando l'asta Breda alla stazione ferroviaria di Massa zona industriale dove sarà realizzata una nuova piattaforma logistica. Ultimi ma certamente non meno importanti sono gli interventi di agevolazione per quelle imprese che effettueranno investimenti finalizzati a creare nuova occupazione.
Gli aiuti saranno quelli previsti dalle normative comunitaria e nazionale, mentre per i lavoratori dipendenti da imprese in crisi sarà incentivato il ricorso agli ammortizzatori sociali e all'impiego in lavori socialmente utili.
A Pimobino l'amministratore delegato di Aferpi ha espresso la volontà dell'azienda di occupare da subito circa 1.200 lavoratori, ma non si sa se usufruiranno dei contratti di solidarietà o della cassa integrazione. Quale sarà il destino degli altri mille operai rimane, ad oggi, un mistero. Ipotizzabile che rimarranno a carico della Lucchini e che saranno messi in cassa integrazione. Fino a quando? Fino al 2016, fino a quando la Lucchini, in amministrazione straordinaria, dovrà chiudere. Questo è l'unico dato certo. Intanto alcuni dipendenti dell’indotto storico sono a casa, altri a breve seguiranno la stessa sorte, senza dimenticare altre aziende, come la SOL, che da mesi oramai hanno dovuto pressochè chiudere i battenti, purtroppo per loro, nel disinteresse generale delle istituzioni.
Primo positivo incontro, venerdì in Regione, con i vertici della Bekaert, la multinazionale leader mondiale nel settore della produzione di corde di acciaio che ha rilevato lo stabilimento Pirelli di Figline Valdarno che impiega 385 addetti e vanta oltre cinquant'anni di esperienza nella produzione di steel cord, corde di acciaio per pneumatici. L'incontro, convocato dall'assessore alle attività produttive credito e lavoro è stato seguito da una riunione a cui hanno partecipato anche il sindaco di Figline e le organizzazioni sindacati.
L'assessore, nel sintetizzare il positivo confronto, ha preso atto con soddisfazione della conferma, da parte dell'azienda, della volontà di rilancio del sito toscano il cui ruolo resta cruciale nella strategia del gruppo. L'azienda ha informato di star lavorando per costruire un piano industriale in grado di dare un futuro sostenibile allo stabilimento. La Regione ha dato il benvenuto all'azienda, sottolineando l'importanza dello stabilmento per l'economia del territorio e della Toscana. L'assessore ha inoltre ricordato le opportunità e gli strumenti che potranno essere messi a disposizione per contribuire a sostenere l'investimento e il consolidamento di Beckaert sul territorio, in particolare i finanziamenti per progetti di ricerca e sviluppo e per la formazione del personale, finanziati rispettivamente con i fondi Fesr e Fse 2014-20 e le possibilità, sottolineate anche dal sindaco di Figline, di favorire i nuovi investimenti con lo snellimento di procedure amministrative o azioni finalizzate a ridurre costi energetici. I sindacati hanno ricevuto conferma dell'incontro già in programma per giugno.
La Regione, auspicando che il confronto possa continuare positivamente come è cominciato, ha comunque messo a disposizione il tavolo regionale qualora possa presentarsene la necessità.
"Auspico nella strutturalità degli investimenti che saranno effettuati nei prossimi anni dall'azienda. Confido che, in occasione dell'incontro programmato per il prossimo giugno tra Bekaert e le organizzazioni sindacali, ci venga presentato un piano industriale di cui avranno visione anche i soggetti istituzionali coinvolti" ha fatto presente al tavolo il Segretario Generale della Fiom Cgil di Firenze Daniele Calosi. La sua richiesta ha trovato conferma nella disponibilità della Regione Toscana, che tramite l'assessore Simonicini si è resa disponibile affinchè questa strutturalità sia concretizzata attraverso l'uso dei fondi regionali per la formazione e riqualificazione del personale, la ricerca e lo sviluppo.
L'Assessore Simoncini ha inoltre fatto presente che l'Istituzione è a disposizione anche per eventuali interventi di tipo urbanistico o che coinvolgano comunque la pubblica amministrazione, intenzione condivisa anche dal Sindaco Mugnai. Claudia Ferri della Segreteria della Fiom di Firenze ha inoltre sottolineato che “al momento della presentazione del piano industriale sarà possibile capire la portata degli investimenti che la multinazionale intende fare sul territorio. Fino ad oggi l'armonizzazione tra le proprietà è avvenuta in maniera non traumatica ed apprezziamo che Bekaert abbia mantenuto le condizioni di miglior favore già contrattate dai lavoratori con Pirelli a partire dal premio di risultato del quale i lavoratori hanno avuto la prima tranche di 150 euro.
Un anticipo che come Fiom, consideriamo quale salario aggiuntivo.”
Riconsiderare la scelta di chiudere il sito produttivo del Gruppo Smith Bits di Saline di Volterra, consentire l'utilizzo dei 7 mesi residui di ammortizzatori sociali per poter organizzare una cessione dell'attività ad uno o più soggetti industriali e, infine, che l'Ad di Smith Bits International Italia, ing. Giuseppe Muzzi, sia più disponibile ad essere presente continuativamente in Italia. Sono queste in estrema sintesi le tre richieste che il presidente della Regione Toscana ha fatto al Chairman & CEO di Schlumberger Group, Paal Kibsgaard, in una lunga lettera in cui ripercorre anche la storia dell'azienda, una delle più importanti realtà manifatturiere in Toscana con un forte legame sociale e un profondo orgoglio lavorativo che "adesso si vuole chiudere mettendo alla porta 193 lavoratori dopo più di 50 anni di attività e senza una 'exit strategy'". "Consentire l'uso degli ammoritzzatori sociali – scrive il presidente - è una condizione necessaria, in assenza della quale si prefigurerebbe una grave mancanza di rispetto per i lavoratori e le istituzioni.
La questione prioritaria non è avere incentivi per una buona-uscita ai lavoratori, ma preservarne i posti di lavoro. L'assenza di simili condizioni- puntualizza - rischia di ripercuotersi anche contro la stessa azienda in termini di velocità nella cessione di assets (e relativi oneri), continuità nei rapporti con alcuni clienti storici basati in Italia (es. ENI, ENEL), danno di reputazione. Una multinazionale può anche decidere di chiudere un sito produttivo (anche se la scelta in questo caso non appare convincente), tuttavia, c'è modo e modo di farlo.
E, finora, non possiamo parlare di una buona pratica nella gestione di una crisi aziendale". "La Toscana – prosegue - non chiede forme di assistenzialismo, ma non è neanche disponibile ad accettare che un intero stabilimento venga cancellato da un giorno all'altro senza tenere conto delle esigenze di un territorio caratterizzato da equilibri delicati. "Business is business", lo capiamo anche noi, ma per un'azienda che aspira ad essere "the best-run company in the world", forse anche lo stile direzionale dovrebbe avere un valore non solo simbolico...
perché a fare business chiudendo le fabbriche da un giorno all'altro, sono capaci un po' tutti: poi basta essere lontani e non farsi trovare". "Noi invece vogliamo lavorare con i suoi manager – scrive il presidente - per una visione alternativa a supporto di nuovi investimenti, innovazioni di prodotto, e poi sarà nostro compito chiedere al Governo italiano di aiutarci, come abbiamo già iniziato a fare con una rapidità non comune in Italia, ma occorre che vi siano le condizioni minime per intervenire, anche da parte vostra.
Lo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha nei giorni scorsi risposto ad un'invocazione di un lavoratore della Smith Bits dichiarando il massimo impegno per il caso". I lavoratori di Saline di Volterra – conclude il presidente - non sono numeri: sono persone con voglia di lavorare, hanno sempre risposto alle sfide poste dal management quando si è trattato di ridurre il costo orario o introdurre nuove lavorazioni, nonché molta attenzione per la sicurezza sul lavoro. Non le chiediamo di mandare avanti un'attività antieconomica, ma di rilanciare il business in Toscana o di consentire che questo possa avvenire trasformando una crisi in opportunità, senza discriminare Saline di Volterra rispetto ai siti produttivi del nord-America".