Da Firenze parte la proposta alle Regioni europee e africane per dare vita ad una Fondazione per la cooperazione decentrata. “In questi anni abbiamo cercato di coinvolgere tutti i livelli istituzionali, dalle Nazioni Unite agli enti locali. Vorremmo consolidare questa nostra esperienza e trasformarla in un laboratorio permanente, che si misura su strategie politiche ed azioni concrete. Vorremmo creare una Fondazione”. Così Enrico Cecchetti, coordinatore del progetto Euro-African Partnership ha lanciato la sua proposta nel cuore della Seconda Conferenza delle Regioni Euro-Africane, ed ha subito incontrato adesioni importanti. “In cinque anni abbiamo fatto un grande cammino ed anche il mondo è cambiato.
Un figlio dell’Africa è presidente degli Stati Uniti d’America. Dobbiamo andare avanti con uno strumento nuovo, che serva alle politiche future. Dipende da noi e da voi. La politica deve rendere possibile l’impossibile” ha dichiarato l’assessore alla cooperazione della Regione Toscana, Massimo Toschi. A suo parere non basta parlare di decentramento, ma occorre avere ben chiare le politiche per le quali promuoverlo, “per porre Africa ed Europa al centro della sfida mondiale”. “Il decentramento è assunzione diretta di responsabilità ed i comuni italiani, con la loro esperienza millenaria, possono dare un contributo importante” ha rilevato Simonetta Paganini, rappresentante di Anci, la loro associazione nazionale.
“E’ una collaborazione – ha aggiunto - che può aiutare anche le nostre amministrazioni a migliorare il loro rapporto con la società. Spesso soffrono di troppa burocrazia”. “La proposta di Fondazione è la naturale prosecuzione del progetto – ha aggiunto Stefano Fusi, rappresentante dell’Unione delle Province italiane –. Avanzeremo la proposta al nostro prossimo congresso nazionale. E’ una sfida che deve essere raccolta”. Abdel Kader Sidibè, presidente del Amm del Mali (l’associazione dei Comuni simile all’Anci Italiana), ha approvato l’idea della nuova Fondazione ed ha raccomandato che l’ossatura portante sia costituita da Regioni italiane, europee ed africane, che per dimensioni e poteri hanno la capacità di programmare in modo stabile politiche di cooperazione decentrata.
“La nuova Fondazione dovrà mettere – ha detto – l’accento sulla cooperazione frontaliera e transfrontaliera, favorire le esperienze pratiche ed attuare criteri di misurazione e valutazione”. Il documento finale L’assemblea dei circa 150 partecipanti, con delegazioni da oltre venti nazioni dell’Africa, ha approvato la dichiarazione finale della II Conferenza delle istituzioni regionali e locali europee e africane, con la quale nel dare l’ok alla nascita della nuova Fondazione, si esorta la Regione Toscana ad attivasi per questo obiettivo con tutta la rete istituzionale nazionale ed internazionale, a partire dalle Nazioni Unite. Quattro i punti più salienti del documento approvato a Palazzo Vecchio. Il primo attiene alla necessità di rafforzare il ruolo dei governi locali nei paesi dell’Africa sub-sahariana per assicurare più democrazia, servizi locali ed una crescita sociale ed economica che veda la partecipazione attiva dei cittadini.
Il secondo è finalizzato a promuovere ed irrobustire, all’interno di Euro-African Partenrship, non solo le reti di cooperazione decentrata nord-sud, ma anche quelle sud-sud. Il terzo punta a costituire un Osservatorio per incoraggiare: ricerca, partnership sul decentramento, trasferimento delle buone pratiche; individuazione delle strategie innovative; soluzione per la governance anche per superare le molteplici crisi africane. Infine, l’assemblea di Firenze ha sollecitato il rafforzamento del ruolo dell’organismo ‘Euro-African Partenership’ attraverso la costituzione della nuova Fondazione tra le Regioni e gli Enti Locali dei due continenti.