Attivare una task force regionale su “crisi e occupazione” all’Eutelia di Arezzo, coordinare una riunione con tutte le regioni “dove hanno sede i diversi stabilimenti del gruppo”, svolgere una “riunione urgente della competente commissione consiliare e dei capigruppo con i lavoratori e le organizzazioni sindacali” e, infine, inviare il testo della mozione al presidente del Consiglio, al ministero dello Sviluppo economico e ai presidenti dei gruppi di Camera e Senato.
Sono questi gli impegni che il Consiglio regionale chiede alla Giunta per fronteggiare la grave crisi occupazionale della Eutelia, l’azienda di informatica e comunicazioni che ha annunciato l’esubero di 1.192 lavoratori, con la mozione che è stata approvata all’unanimità. “A rischio – ha detto Aldo Manetti (Prc) – non c’è solo la perdita di quasi 1.200 posti di lavoro ma la perdita di professionalità e competenze importanti in un settore strategico dell’economia”. Mauro Ricci (Pd) ha sottolineato come, invitando la Giunta a intervenire prontamente, ha sottolineato come “non risulta per niente chiaro l’atteggiamento dell’azienda”.
(lm) E in Consiglio provinciale a Firenze l’assessore al lavoro Elisa Simoni ha risposto ad un’interrogazione di Calò e Verdi (Prc-Pdci-Sc) sulla vertenza Agile-Eutelia di Calenzano. “Eutelia sembra avere una discreta esposizione finanziaria, acquisita mesi fa dall’Agile di proprietà della stessa Eutelia, la quale a sua volta è stata inserita al 100% nel gruppo Omega. La situazione è da mesi all’attenzione del Ministero dello sviluppo economico: il 17 settembre si è riunito a Roma il tavolo nazionale, lo scorso 19 settembre i sindacati hanno incontrato anche l’Assessore regionale al lavoro, quindi i tavoli sono due: sia a livello nazionale che regionale.
I sindacati hanno l’obiettivo primario di mantenere Eutelia collegata alla nuova realtà aziendale con un nuovo piano industriale ma lo scorso 14 ottobre si è svolto l’ultimo incontro, in ordine di tempo, presso il Ministero dello sviluppo che si è chiuso con un nulla di fatto perché l’azienda non ha presentato quel piano industriale che era stato richiesto per procedere al rilancio. Intanto i lavoratori hanno ricevuto lo stipendio di luglio e le organizzazioni sindacali hanno chiesto alla Provincia l’attivazione dell’unità di crisi data l’intenzione della proprietà di procedere alla mobilità e quindi al licenziamento di un cospicuo numero di lavoratori.
Stiamo organizzando in agenda l’unità di crisi – ha detto l’assessore Simoni – per gestire questa fase che è complicata e che in questo momento non mi fa pensare a soluzioni se non quelle di cercare di garantire al massimo la tutela dei lavoratori, anche se la situazione mi sembra molto complicata vista l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Calenzano. Sarà nostra cura fare il possibile, insieme alle organizzazioni sindacali, per trovare soluzioni che tutelino il più possibile i lavoratori”.
Calò ha spiegato che: “Lo sciopero generale dello scorso 22 settembre è stata la risposta da dare agli imprenditori che hanno, in modo improvviso, annunciato la chiusura e il licenziamento di massa. Bisogna, inoltre cercare di evitare che si realizzi una grande operazione di speculazione finanziaria sulle spalle dei lavoratori. C’è un nuovo tentativo di scaricare e di fare cassa su questa importante impresa e sui lavoratori che hanno dato una risposta con lo sciopero nazionale”.