Meglio un Atc (ambito territoriale di caccia) di dimensioni più ridotte e delimitato dal territorio dei comuni di Marradi, Firenzuola e Palazzuolo sul Senio, per “una più efficace gestione e programmazione dell’attività venatoria” nell’Alto Mugello. Ne sono convinti i sindaci dei tre comuni Paolo Bassetti, Claudio Scarpelli e Cristian Menghetti, che a questo proposito hanno indirizzato una richiesta ufficiale alla Provincia di Firenze per istituire un Atc denominato “Alto Mugello”. “Il territorio dell’Alto Mugello, che supera di poco i 50.000 ettari con una popolazione di circa 10.000 abitanti, possiede, a nostro avviso caratteristiche omogenee tali da consentire la realizzazione di una programmazione dell’attività venatoria intesa anche come risorsa e opportunità di lavoro; risorsa - chiariscono - che attualmente non viene valorizzata ma che potrebbe essere invece fonte importante per lo sviluppo agricolo, ambientale e turistico del nostro territorio”. Nel documento si fa notare come l’attuale Atc Firenze 4 non sia riuscito “vuoi per la vastità del territorio che comprende, in questi 13 anni di operatività, a rispondere alle varie e diverse esigenze di gran parte dei cacciatori e degli agricoltori.
Il tentativo di avviare delle aree di programma sperimentale – aggiungono - è fallito prima di nascere in quanto lasciava alle componenti locali degli agricoltori e dei cacciatori solo un compito di proposta all’Atc centrale, senza una propria vera autonomia gestionale”. I tre sindaci non stilano quindi un bilancio positivo dei 13 anni di ambito territoriale di caccia Fi4, con cacciatori e agricoltori non soddisfatti dell’attuale gestione dell’attività venatoria, e una scarsa presenza di selvaggina stanziale.
Ma il “cahier dei doleances” è lungo. Oltre a evidenziare uno sfaldamento delle associazioni venatorie a livello locale e la mancanza di volontariato attivo per la cura del territorio a fini venatori, si fanno presenti le continue conflittualità tra cinghialai e agricoltori per la presenza dei cinghiali e immissioni di selvaggina da ripopolamento insoddisfacenti. Ancora, sono mancate “una vera prevenzione dei danni alle colture e un’azione decisa per il controllo delle specie predatrici della selvaggina, come anche un piano di vigilanza da affiancare alla polizia provinciale per le zone a divieto di caccia”. Nella richiesta avanzata alla Provincia i sindaci definiscono anche obiettivi e compiti dell’Atc “Alto Mugello”.
In primo luogo “rendere protagonisti della gestione le componenti locali dei cacciatori e degli agricoltori con la collaborazione delle associazioni ambientaliste e degli enti locali. L’attività venatoria, oltre a essere un fenomeno sociale di aggregazione - scrivono - deve essere di supporto allo sviluppo delle zone montane. Vanno salvaguardate le peculiarità del nostro territorio, ed in particolare gli sforzi devono essere indirizzati per riportare la selvaggina stanziale di pregio a una densità accettabile”.
Inoltre “far cessare la conflittualità tra agricoltori e cinghialai attuando un piano concreto di prevenzione con meno burocrazia e mettendo a disposizione i mezzi necessari a protezione delle colture, come recinti elettrici o altri tipi di recinzioni”. Ed infine, “intervenire con il controllo delle specie predatrici della selvaggina stanziale, come la lepre, il fagiano, la pernice e la starna, il ripopolamento con esemplari non troppo giovani e una maggior vigilanza dei divieti di caccia”.