Non a caso, a esprimere il giudizio sulla nuova legge elettorale toscana, il gruppo regionale dell’Udc ha invitato a Firenze il presidente nazionale del partito, Rocco Buttiglione: per evidenziare l’importanza del tema, e la forte contrarietà alle scelte che l’accordo tra Pd e Pdl sta per sancire in sede di consiglio regionale. “Secondo l’Udc - si legge in un comunicato stampa - la nuova legge è addirittura peggiorativa rispetto a quella del 2005, già contestata, frutto dell’inciucio tra Pd e Casa delle Libertà, perché non reintroduce il voto di preferenza, con la Toscana che si conferma l’unica regione in Italia che andrà alle elezioni con liste bloccate; perché aumenta il listino regionale di ogni partito da 2 a 5 componenti a discapito delle realtà provinciali; perché prevede un nuovo metodo di ripartizione dei seggi a discapito delle formazioni minori, introducendo di fatto un bipartitismo forzato.
Quanto alla riduzione del numero dei consiglieri si opera un taglio limitato e soprattutto si prevedono ancora dieci assessori tutti esterni al Consiglio, col risultato di raggiungere un numero complessivo di ben 65 posti tra consiglieri e assessori”. Così, nella sede del Consiglio Regionale, il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione, insieme ai deputati toscani Nedo Poli e Francesco Bosi e ai consiglieri regionali Giuseppe Del Carlo e Luca Paolo Titoni, ha contestato duramente l’impianto della legge.
Se Bosi ha parlato di una triplice lesione dei diritti, dei cittadini ai quali si impedisce di scegliere i propri rappresentanti, dei territori, penalizzati nell’attribuzione dei seggi, e del pluralismo, perché si tenta di avvantaggiare i due soli partiti maggiori, Buttiglione ha definito il voto di preferenza una “fondamentale garanzia di democrazia. Per i cittadini, perché con la preferenza possono scegliere direttamente i propri rappresentanti, ma anche per i partiti. Partiti che in Italia non ci sono più, essendo o dominati da un singolo, o da un’oligarchia molto ristretta; mentre la preferenza è uno strumento democratico in grado di indicare chi ha forza politica nella città, nel territorio”.
E il presidente dell’Udc ha attaccato la logica della legge toscana, frutto, secondo lui, di “un accordo di vertice tra i due partiti più grandi” che “vogliono un sistema che non consenta l’emergere di forze nuove. E invece questa politica è marcia, occorre un’altra politica, diversa da quella che c’è adesso. Per questo non è detto – riferendosi al tema delle possibili alleanze elettorali - che andare da soli sia una maledizione. Ci sono tempi in cui la politica non deve aver paura della testimonianza”.
Così Nedo Poli, nell’annunciare per domattina un presidio dell’Udc davanti al Consiglio regionale ha ribadito le richieste: il ripristino del voto di preferenza per permettere agli elettori di scegliere liberamente i propri rappresentanti; la cancellazione del listino regionale che punirebbe le realtà provinciali e dando ai vertici dei partiti il potere di stabilire a priori chi sarà eletto; il ritorno al numero complessivo di 50 tra consiglieri e assessori cancellando la norma che prevede 10 assessori esterni che di fatto rappresenta 10 posti in più per la maggioranza. “E se Pd e Pdl resteranno sordi ad ogni proposta di modifica - hanno detto Nedo Poli e Giuseppe Del Carlo - l’Udc, per bloccare la definitiva promulgazione di questa legge, si riserva di utilizzare, insieme ad altre forze politiche, le norme previste dallo Statuto per intraprendere da subito le procedure per il referendum abrogativo”. Una questione, quella della nuova legge elettorale, che avrà conseguenze politiche.
“Divergenze così marcate su una materia fondamentale quale quella elettorale –è stato sottolineato - rendono più difficile anche il confronto politico-programmatico per la costruzione di un’alternativa di governo in Toscana”.