In una città come Firenze che costruisce e custodisce il passato ed è spesso disattenta verso la contemporaneità, si segnala come un crescente interesse verso l’arte contemporanea non caratterizzi soltanto le gallerie private, ma anche il Polo Museale Fiorentino che a Palazzo Pitti presenta alcune mostre legate all’arte d’oggi. Dalle sculture di Giuseppe Maraniello, ai gioielli di Alberto Zorzi, alle foto di Massimo Listri sino alla bella mostra, appena inaugurata, "Il Barocco informale di Sergio Scatizzi". E’ questa una personale dedicata a uno tra i protagonisti più significativi e complessi del Novecento toscano.
L’esposizione allestita nella sala del Fiorino della Galleria d’arte Moderna sino al 20 novembre, presenta una scelta di sessantuno opere, provenienti dallo studio dell'artista, emblematiche della sua recentissima produzione. La mostra è una ricognizione di meno di dieci anni di attività intensissima (2000-2009), in cui Sergio Scatizzi ha dipinto con foga visioni su visioni, brani di natura attraversati ed aggrediti quasi dall'irruenza del segno e del colore. La vivacità e la freschezza di questo “ragazzo” novantenne incanta e coinvolge per una creatività che sembra inesauribile.
La qualità del suo dipingere sembra aumentare in queste ultime opere che si potrebbero riduttivamente dire “informali”, se tale definizione fosse in grado di poter dar conto del suo personalissimo alfabeto che si articola in discorsi sempre nuovi. Nelle opere più recenti si assiste ad uno spostamento verso l'alto dell'orizzonte, dello spartiacque tra terra e cielo, con il risultato che il testo in primo piano sembra quasi ribaltarsi verso chi guarda, ottenendo così un intenso coinvolgimento emotivo che riesce a farci cogliere i messaggi più riposti.
I temi rappresentati sono consueti per l'artista: pagine di natura dalla campagna toscana e dai dintorni di Firenze, fiori di tutte le specie ed alcune immagini di natura morta astratta dove il profilo netto dei contorni conferisce geometricità e volumetria alla scansione, grazie anche allo spessore ed alla diversità del colore. L'arte di Scatizzi è continuamente collegata alla riflessione sulla natura delle cose, mai ripiegamento in facili malinconie. Immagine profonda, scavata nella materia da un artista avido di risposte, che continua la sua indagine su ciò che vive e respira intorno a noi.
Pittore sensibile e colto che nella sua modernità espressiva evidenzia i segni e la memoria della grande tradizione toscana. La mostra si conclude con l'esposizione di alcuni quadri del Seicento fiorentino che fanno parte della collezione privata del pittore. Le opere scelte vogliono suggerire e spiegare, il percorso e l'evoluzione, in chiave ermetica ed informale, della pittura di Scatizzi, che ha i suoi agganci anche nella tradizione della Firenze barocca, raffinata e ancor poco nota, a livello del grande pubblico. Alessandro Lazzeri