Un successo la bio-kermesse al Meyer. Costruzione degli acquiloni, piante, prodotti bio, giochi naturali, yoga, i simpatici asinelli e i risciò, oltre a un modo di intendere il giardino e il parco in modo non malato, con attenzione alla sostenibilità. Tutto questo è ed è stato "Giardini Senza Bua" la bio-kermesse voluta dalla Fondazione Meyer e organizzata in collaborazione con lo studio di progettazione paesaggistica Giardini Associati.
Un giardino che, come direbbero i bambini, non ha la bua. Ovvero non ha tutti quegli agenti inquinanti che ormai vengono sparsi a piene mani sulle piante e sugli alberi. Un giardino che sta bene è anche un giardino che fa bene, che cura e guarisce. Questa è la prima edizione di un appuntamento che - come spiega il direttore della Fondazione Meyer, Carlo Barburini - si rinnoverà ogni anno, a settembre, per diffondere una cultura della salute anche per il verde pubblico e privato. La scelta di svolgere la prima edizione della bio-kermesse all’Ospedale Pediatrico di Firenze non è stata casuale.
Quella del Meyer è la prima struttura ospedaliera italiana progettata e realizzata per ridurre le emissioni inquinanti nell’aria, che fa della sostenibilità ambientale il suo obiettivo principale. Celle fotovoltaiche, giardini verdi sui terrazzi e sul tetto, piccoli e grandi accorgimenti rendono il Meyer il primo ospedale bio-sostenibile d’Italia. A questo, si affianca la scelta già adottata dalla Fondazione Meyer di avviare da subito il percorso di certificazione Bio-Habitat per tutto il verde che circonda l’Ospedale.
Un percorso che si traduce in impegni precisi, quali ad esempio, il non utilizzo di concimi di sintesi (fitofarmaci) nella cura del verde e il compostaggio degli scarti di manutenzione del parco. Una scelta che ancora una volta porrà il Meyer come leader assoluto della sostenibilità nella cura del verde pubblico del nostro Paese. Il clou è stato oggi con la Mostra Mercato Autunnale, una vera e propria festa della sostenibilità, aperta a tutti, grandi e piccini. Accanto ai trattori elettrici, ai semi e alle piante biologiche e autoctone, il pubblico ha visto in azione i “treeclimbers”, veri ragni dei grandi alberi.
E ancora nell’apposito stand ha appreso come si realizza un progetto di casa su un albero e ha toccato con mano gli arredi da giardino realizzati con materiali riciclati come i vasi di riso. La kermesse ha offerto una novità editoriale per chi ama l’orto e gli imperdibili laboratori, quali la progettazione dell’orto sinergico per gli adulti, la progettazione del giardino sostenibile, la creatività al Punto Giunti l’ortoterapia per i bambini, di cui il Meyer ancora una volta è stato precursore con il progetto voluto dalla Fondazione Meyer e realizzato con la Ludoteca e l’Associazione Antropozoa.
Alla festa, perché di questo si tratterà, non sono mancati lo scambio dei semi e delle piante e gli aquiloni che librandosi nell’aria, sfruttando i minimi refoli di vento, rendono indimenticabile i momenti della nostra vita. Proprio come vuole essere “Giardini senza bua”.