"I propietari hanno fatto, per quanto di nostra conoscenza, regolare denunzia alla Soprintendenza come legge dispone". Così i titolari della casa d'aste, attraverso una nota stampa ripresa da alcuni quotidiani locali, intervengono sulla vicenda del sequestro di 573 reperti archeologici da parte del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze in collaborazione con funzionari della Soprintendenza Archeologica della Toscana. Dalla casa d'aste fanno sapere come da prassi fossero stati informati gli uomini dell'Arma per i consueti accertamenti e, si legge ancora sulle cronache locali, "in questo caso particolare è stato ritenuto necessario applicare il sequestro cautelare al fine di verificare la presenza o meno di documentazione comprovante la provenienza" dei reperti. I beni, inoltre, si troverbbero ancora all'interno dei magazzini della casa d'aste.
I reperti archeologici ancora nella casa d'aste in attesa di chiarire la vicenda
"I propietari hanno fatto, per quanto di nostra conoscenza, regolare denunzia alla Soprintendenza come legge dispone". Così i titolari della casa d'aste intervengono sulla vicenda del sequestro di 573 reperti archeologici .