“La giunta non sta facendo nessun allarmismo, ma ha il dovere di tutelare l’economia e la tradizione della città e di prendere atto della grave preoccupazione delle categorie economiche. Aspettiamo con fiducia gli atti del governo e del parlamento, ma intanto ci assumiamo la responsabilità di interpretare la norma con una apposita delibera. Inoltre, ci poniamo una domanda: se davvero la legge non prevedesse il divieto di somministrare alcol per i trippai e gli altri analoghi venditori, allora che bisogno ci sarebbe di emendarla?” Il vicesindaco Dario Nardella replica in consiglio comunale al consigliere Marco Stella, riguardo la legge comunitaria dello stato che, recependo un indirizzo dell’Unione europea sul consumo di alcol, ne vieta ad alcune tipologia di commercio la vendita e la somministrazione. “Quello che è chiaro – aggiunge Nardella – è che ad oggi c’è una norma che, per quanto scritta malissimo, pone dei divieti precisi.
E la giunta non può che fare quel che ritiene doveroso. Inoltre, a noi risulta che l’emendamento votato nelle competenti commissioni alla Camera non riguarda la legge 2008, ma quella del 2009, che sarà esaminata e votata dopo la pausa estiva; quindi non avrebbe nessuna conseguenza sulla scadenza del 29 luglio. Ricordo anche che il problema non è stato sollevato dalla giunta, ma delle categorie economiche”. Nel dettaglio si apprende che l'amministrazione comunale fiorentina non applicherà agli esercizi commerciali ambulanti su sede fissa il divieto assoluto di vendita e somministrazione di bevande alcoliche, previsto dalla legge comunitaria 2008 emanata dal governo.
I trippai e gli altri analoghi venditori potranno continuare la propria attività commerciale, senza temere sanzioni da parte dell’amministrazione. “Domani sera, d’accordo con il sindaco Renzi che si è occupato personalmente della questione - ha spiegato Nardella -, porterò in giunta una delibera apposita che ha per oggetto una interpretazione applicativa dell’articolo 14 bis della legge 125/2001, modificata dalla legge comunitaria, in base alla quale gli operatori commerciali ambulanti autorizzati su aree pubbliche sono ricompresi fra quelle tipologie di esercizi (come trattorie, ristoranti, bar) a cui la legge comunitaria non applica il divieto totale di vendita.
Siamo arrivati a questa soluzione attraverso una coerente interpretazione della disciplina contenuta nel Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. In base a questa interpretazione infatti, il divieto e le sanzioni previste dal comma 2 dell’articolo 14 bis si riferiscono ad altre attività di somministrazione su suolo pubblico, ovvero a quelle esercitate in forma itinerante, oltre naturalmente a quelle non autorizzate e quindi abusive". "Se, come pare, nei prossimi giorni il governo e il parlamento arriveranno all’approvazione di un emendamento alla legge comunitaria 2008, che vada nella stessa direzione indicata dal Comune di Firenze (e richiesta da tutte le categorie economiche) ne saremmo ben lieti - ha aggiunto il vicesindaco -.
Il fatto stesso che la Commissione attività produttive della Camera abbia già approvato all’unanimità un emendamento su questo punto, e che l’onorevole Gialuca Pini abbia presentato un ordine del giorno nella stessa direzione, sono una premessa incoraggiante. Mi auguro che anche gli altri comuni della provincia condividano l’orientamento che ci apprestiamo a prendere a Firenze”. (ag)