L'italica stagione del pallone è ormai alle spalle e, in attesa di Euro Under 21 e Confederations Cup, Nove da Firenze ha voluto tracciare un bilancio e parlare del futuro della Fiorentina con quei giornalisti che hanno seguito la creatura di Cesare Prandelli in questa annata.
Iniziamo il nostro viaggio, che si svolgerà in più tappe a cadenza giornaliera, con Stefano Del Corona, direttore responsabile del quotidiano online Fiorentinanews.
Diamo un voto, da uno a dieci, alla Fiorentina per l'annata disputata.
“Otto per il risultato conseguito in campionato, mentre nelle coppe non c'è stata quasi la possibilità neanche di mettersi in mostra.
Quanto al gioco... lasciamo fare. Limitiamoci a dire che era importante raggiungere certi risultati in campionato. Indubbiamente le cose sono andate meglio con Pasqual terzino, Vargas a centrocampo”.
A mister Prandelli quanto diamo?
“Sette e mezzo, l'unica pecca personale riscontratagli in questa sua esperienza fiorentina è quella relativa alla gestione del gruppo. Non sempre sa parlare con chi viene impiegato meno e si arriva a dei divorzi dolorosi come quello di Pazzini”.
Cosa è mancato ai Viola negli ultimi novanta minuti contro il Milan per mettere a segno il sorpasso ed accedere direttamente alla Champions League?
“La caratura tecnica del Milan.
Una differenza che si è vista benissimo nello scontro diretto. E' bastato che Kakà e Pato si azionassero per determinare il risultato. Vabbé da quest'anno Kakà non ci sarà più...”
La rivelazione della stagione?
“Felipe Melo quando aveva voglia e testa per giocare, anche se non sono giustificabili certe sceneggiate come la scazzottata nel sottopassaggio contro il Cagliari”.
Il flop?
“A lungo lo è stato Vargas, ma si è ripreso brillantemente non appena Prandelli gli ha cambiato posizione.
Per cui dico Almiron, che da quando ha lasciato Empoli si è perso totalmente”.
Su quali reparti dovrà concentrarsi la campagna acquisti di Corvino per disegnare una Fiorentina ancor più competitiva?
“C'è bisogno di almeno tre innesti: un terzino destro, un centrale difensivo migliore di Dainelli e Kroldrup e di un centrocampista di esperienza e caratura internazionale. Ci sarebbe libero un certo Juninho ex Lione, io un pensierino ce lo farei”.
Infine, vicenda stadio.
Un nuovo impianto, con annessa cittadella, potrà davvero far compiere il salto di qualità alla squadra?
“Teoricamente sì, in pratica... campa cavallo. Se aspettiamo stadio e cittadella rischiamo veramente di perdere molti anni ancora”.