di Dario Fo
L'8 e 9 luglio sarò a Firenze per presentare uno spettacolo su Giotto.
Giotto che Dante, suo concittadino e quasi coetaneo, reputa essere il maggiore fra tutti i pittori del suo tempo. La rappresentazione avverrà dinanzi alla Basilica di Santa Croce, dove il maestro di Bondone ha eseguito splendidi affreschi e tempere su parete. Dipinti poi squassati da inondazioni, ricoperti di calce durante la peste, indi restaurati malamente, eppure ancora così vivi e imponenti da far commuovere e tremare.
Giotto, come tanti altri grandi artisti della nostra storia, non ha avuto una vita facile e trionfante come molti credono, fra l’altro, ancora oggi si discute sulla sua presenza nell’esecuzione di molte opere, di certo egli ha prodotto moltissimo e personalmente siamo entusiasti, fanaticamente stupiti di tutto ciò che ha creato, ma siamo pronti a discutere di ciò che è opera sua o di allievi e aiuti, o magari di altri pittori suoi maestri.
Giotto o non Giotto…questo è il problema! È egli degno della sua fama o è il momento che la debba dividere con altri? Fu uomo chiaro o carico di contraddizioni? Berenson, uno dei più grandi critici d’arte dell’ultimo secolo, ammette che la figura di Giotto crea grandi problemi ed elenca pure quelle sue ombre, ma alla fine conclude: “Lasciamo che gli altri sciolgano il garbuglio, noi godiamoci la sua irripetibile genialità.” Ecco, nello spettacolo noi tratteremo proprio di questo problema, nel presentare un grande uomo dobbiamo cancellare tutto ciò che gli sta intorno, compreso la sua vita privata o parlarne? L’appuntamento perché si sciolga questo problema avverrà dinnanzi a una delle più belle basiliche di Firenze, che poi vuol dire del mondo.
Un abbraccio, Dario Fo