Bagno a Ripoli, 11 maggio 2009- Bagno a Ripoli si stringe intorno alle famiglie Giusti e Santiccioli, colpite sabato scorso da una terribile tragedia, con la scomparsa in circostanze drammatiche di Giulia e Lapo. Si sono incontrati ieri pomeriggio i genitori. Lapo Santiccioli, 27 anni ha ucciso con dieci coltellate la ex fidanzata Giulia Giusti, di 22. Poi si è tolto la vita tagliandosi la gola. Lapo Santiccioli era andato a Fontesanta per uccidersi davanti a Giulia Giusti, non per ammazzare lei.
Sulle vittime, entrambi di Bagno a Ripoli, sono state trovate profonde ferite da arma da taglio.
"Un dolore privato che non intendiamo trasformare in manifestazione pubblica -spiega Luciano Bartolini, Sindaco di Bagno a Ripoli- ma che vogliamo accompagnare con la vicinanza sentimentale ed umana della nostra Comunità, da sempre sensibile e solidale. La nostra testimonianza si concretizza nella decisione di indire il lutto cittadino nel giorno dei funerali dei due giovani concittadini. Una decisione che abbiamo condiviso, dato il periodo pre-elettorale, con gli altri candidati a Sindaco di Bagno a Ripoli, onde evitare fraintendimenti sul senso della nostra azione.
Nel momento o nel giorno dei funerali, scuole, negozi, bar, uffici, piazze, vie, tutta Bagno a Ripoli si deve in qualche modo fermare, deve pensare a ciò che è successo, deve trovare uno stop al moto perpetuo delle giornate, in nome di un’umanità da coltivare: ciascuno manifestando la propria partecipazione come meglio ritiene di poterla esprimere. Una decisione che desideriamo approfondire con una semplice riflessione che, da genitori quali siamo, sorge spontanea. Ed è quella di fare luce ciascuno nel nostro animo, di cercare di capire come, nelle pieghe di una società a volte troppo ovattata o sfavillante di lustrini più commerciali che reali, si nascondano in realtà anche zone buie, angoli impenetrati ma penetrabili, aree emozionali inespresse che poi si manifestano drammaticamente.
La vita è un percorso ad ostacoli. Troppo spesso evidentemente, in questo cammino, i modelli inducono a semplificare i problemi o peggio ad eluderli, mentre educatori, famiglie e media devono guardarsi dentro e promuovere una cultura della capacità di accettare e gestire i ‘no’ che, vivendo, immancabilmente arrivano, sulle piccole e sulle grandi questioni dell’esistenza umana. E questo lavoro andrebbe svolto fin dalla tenera età. Il dolore esiste, fa parte di noi. La scuola in questo aspetto può svolgere un ruolo centrale, aiutando giovani e giovanissimi ad elaborare il dolore ed educando anche ai sentimenti.
È importante, anzi è fondamentale apprendere anche queste ‘abilità’ personali. Il non farlo può portare, negli individui più fragili e indifesi, a reazioni incontrollate e incontrollabili. Al contrario, una persona formata ad accettare, accogliere ed interiorizzare il dolore è più matura, più consapevole del mondo, più utile a se stessa e agli altri. Riflettiamo anche su questo mentre, commossi, diamo il nostro ultimo saluto a Giulia e Lapo e un forte abbraccio collettivo alle loro famiglie".