Firenze - Le liste di sinistra hanno stravinto le recenti elezioni universitarie: ben tre poltrone su quattro vanno agli Studenti di Sinistra, una a Sinistra Universitaria-Studenti Democritici. Restano dunque fuori dal nuovo senato accademico dell'Università di Firenze gli studenti delle liste di centro e di destra. L'affluenza alle urne è cresciuta complessivamente di due punti percentuali, passando dal 14,67% di due anni fa al 16,83% di questa tornata elettorale. Dei 60 mila studenti iscritti si sono recati a votare 10.159.
Per il senato accademico i risultati ufficiosi danno questo risultato: 4.786 voti agli Studenti di Sinistra (che passanno dal 38% alla maggioranza assoluta), 1.608 a Sinistra Universitaria, 1.457 a Lista Aperta, 1.026 a Studenti per le libertà, 693 a Azione universitaria. 631 le schede bianche e nulle. «Sono soddisfatta due volte per il successo delle liste di sinistra degli studenti universitari nelle elezioni per il rinnovo degli organi di ateneo». E' quanto ha dichiarato Anna Nocentini, capogruppo di Rifondazione Comunista. «Come consigliera comunale e come dipendente dell'ateneo fiorentino da tanti anni - ha aggiunto - ho visto i danni dei processi di aziendalizzaione, l'impoverimento dell'offerta didattica, le difficoltà della ricerca, e la progressiva estraneazione degli studenti in una sorta di remissiva impotenza.
Ma l'università è il luogo degli studenti, uno spazio fisico e mentale di cui i giovani inevitabilmente si riappropriano e la vittoria delle liste di sinistra parla di questa voglia di stare dentro l'università, di modellarla sulle loro necessità e sui loro diritti. Le occupazioni, le manifestazioni e le lotte dello scorso autunno hanno risollevatoquestioni a cui il governo di centrodestra non sa dare risposte né tanto meno coglierne le potenzialità nella via d'uscita dalla crisi economica, e criminalizza gli studenti nella speranza di allontanarli sempre più dalla vita politica». «Nell'ateneo fiorentino gli studenti - secondo Anna Nocentini - hanno dimostrato di ragionare con la loro testa.
Bravi ragazzi».