Appaloosa - Un film di Ed Harris. Con Viggo Mortensen, Renée Zellweger, Jeremy Irons, Ed Harris, Lance Henriksen, Timothy Spall
Western, durata 116 min. - USA 2008. - 01 Distribution
Dopo il biopic sul pittore Jason Pollock, che gli è valso la prima nomination all’oscar come miglior attore – ne aveva ricevute altre tre come non protagonista per “The Hours” , “Apollo 13” e soprattutto “The Truman Show”, Ed Harris si dà al genere per antonomasia per chi , da attore, vuole diventare regista di successo ( Ogni riferimento al signor Eastwood è assolutamente voluto ) ; un genere che da molto tempo viene dato per morto ma che è capace di colpi di coda inaspettati : il western, qua nella sua accezione più classica.
Harris non è Peckinpah, e nemmeno Clint, non vuole esserlo.
Forse è più simile a John Ford o Howard Hawks , ma a lui il genere interessa per sfruttarne le regole, i clichè, le strutture per raccontare di altro. Regista ed interprete raffinato, attento alle sfumature e ai ritratti psicologici dei suoi personaggi, il marito di Amy Madigan (recentemente i due insieme hanno recitato in “Gone Baby Gone” di Ben Affleck, piccolo gioiellino di un paio di anni fa) utilizza infatti l’ambientazione western per raccontare delle figure epiche di uomini e donne; il risultato non si discosta molto dai canoni classici del genere, pur con delle sfaccettature originali che al quasi sessantenne Harris interessano molto.
La storia in sé è piuttosto semplice e già sentita : abbiamo due pistoleri, Virgil Cole (Harris) e il suo vice Everett Hitch (ex soldato dell’esercito ) che girano per il west per riportare la legge ; vengono assunti come sceriffi dalla cittadina di Appaloosa (immaginaria ) , vessata dalle angherie del proprietario terriero Randall Bragg., che ne ha assassinato il precedente tutore dell’ ordine.
Lo scontro fra Cole e Bragg si acuisce quando nella storia fa la sua comparsa la vedova Allison French , di cui il primo si innamora, e che il secondo concupisce .
Fino qui, appunto ,niente di nuovo sotto il sole. Ma non è il nuovo che interessa ad Harris , quanto l’analisi delle figure, dei personaggi che animano la sua storia. Virgil Cole è un uomo che si è fatto da solo, scontroso e riservato , e con le pistole e i banditi si trova molto più a suo agio che con le parole complicate e , soprattutto, con le donne.
Niente lo disarma di più dello scoprire un sentimento per la sua bella Allie, e per la prima volta nella sua vita lo coglie il desiderio di riporre le armi nel fodero e metter su casa e famiglia. Ma in questo è un sempliciotto, un novizio ingenuo facile preda degli umori femminili.
Lo sa bene Everett Hitch, il suo vice ( un Viggo Mortensen convincente, dai lunghi sguardi e altrettanto lunghi silenzi ) che ne intravede il declino ( e forse anche il proprio, segno di un’era , quella del mito del West e dell’onore da difendersi con le pistole, che sta per cedere il passo alla modernità e alla corruzione) ma è incapace per antica amicizia di abbandonarlo.
Certo, il tema dell’amicizia e dell’onore è ben presente, e si macchia talvolta di misoginia quando il racconto passa a descrivere le figure femminili.
Non resta simpatica Allison French ( Renèe Zellweger , con la sua faccetta paffutella, è perfetta in questo) che salta di uomo in uomo (“vuole solo stare con il capo” sentenzia Hitch su di lei ) quando provoca il vice del suo futuro marito o addirittura se la fa con la banda di malviventi che spalleggia Bragg. Ma senza troppa morale o moralismi, Harris ben descrive finalmente una figura femminile in tempi assai poco “per signore” : preda della paura, per ritagliarsi la propria sopravvivenza, la donna ha bisogno di una figura forte che la protegga dalle avversità.
Chiunque sia, sceriffo o delinquente.
Notevole l’interpretazione di Jeremy Irons nel ruolo del villain Randall Bragg ; ci regala un cattivo assai poco malvagio, ma retto dal senso degli affari e dell’opportunismo. Non c’è onore in Bragg, ma nemmeno crudeltà ; è semplicemente il prototipo dell’uomo moderno e del suo amore per l’interesse personale e commerciale, come dimostra la sua rapida ascesa da minaccia per la comunità di Appaloosa, a rispettabile e facoltoso proprietario di saloon nella stessa cittadina che lo temeva e che lo reintegra nel nome dei soldi e della prosperità.
Questo non è più il mondo di Virgil Cole ed Everett Hitch ; e se il primo può avere forse una speranza di invecchiare sereno in compagnia della sua donna, per il taciturno Everett Hitch, l’unico a non tradire i suoi ideali, non resta che cavalcare lontano in cerca di imprevisti prima che il Far West scompaia e finisca nei libri di storia.
Marco Cei