Firenze Tecnologia ha illustrato ieri in Palazzo Medici Riccardi “Overquality”, un progetto di ricerca che è stato attivato fra l’azienda Zetati e il dipartimento di Meccanica e Tecnologie Industriali dell’Università degli Studi di Firenze, con un finanziamento della Provincia di Firenze. In particolare è stato presentato un robot, Staff, che ha la capacità di testare la qualità di una borsa, di un accessorio in pelle, di un capo di abbigliamento, sia in fase di progettazione che in quella di produzione, e di stabilire il ciclo di vita di borse, accessori in pelle e capi di abbigliamento.
All’incontro erano presenti Simone Tani, Dirigente Progetti integrati della Provincia di Firenze, Tullio Zepponi, ideatore del robot e responsabile di Zetati srl, e Lapo Governi, ricercatore dell’Università di Firenze.
Il progetto ‘Overquality’ ha dunque portato a brevettare un macchinario antropomorfo per testare la qualità dei prodotti finiti e capace di stabilire il ciclo di vita di una borsa, di un accessorio in pelle e dei capi di abbigliamento, garantendo una maggiore qualità a vantaggio del consumatore finale e del produttore.
Zetati srl in collaborazione con il Dipartimento di Meccanica e Tecnologie Industriali dell’l’Università di Firenze ha sviluppato lo studio di fattibilità per lo sviluppo di un robot capace di testare la qualità del prodotto finito. L’intento è quello di valorizzare la produzione del settore moda, attraverso un nuovo macchinario, un robot antropomorfo, per testare la qualità dei prodotti finiti, sia in fase di progettazione che in quella di produzione, e stabilire il ciclo di vita di borse, accessori in pelle e capi di abbigliamento, garantendo una maggiore qualità a vantaggio del consumatore finale e del produttore.
Il sistema prevede un robot antropomorfo e un ulteriore robot a quattro assi per simulare la cinematica e la dinamica del corpo umano. E’ previsto che la macchina sia dotata di una serie di dispositivi per riprodurre le condizioni ambientali più diverse, comprese umidità, esposizione solare, temperatura, effetti della sudorazione e di reale utilizzo degli oggetti da testare. L’uso di dispositivi avanzati permetterà di effettuare simulazioni di usura degli oggetti in maniera veloce, considerando gli oggetti finiti e non i singoli componenti da cui sono composti, come pellami, accessori metallici, chiusure lampo, ecc.
Questo approccio permetterà di far emergere le eventuali difettosità che fino ad oggi era possibile riscontrare soltanto dopo che l’oggetto era stato venduto e utilizzato dal consumatore finale per un certo periodo di tempo, ipotizzando così una possibile durata del prodotto (ciclo di vita determinato).
Il progetto è stato sviluppato a seguito di un lavoro di oltre un anno con l’Università, dedicato all’ideazione complessiva del sistema, dalla struttura generale, all’ideazione dei cinematismi per le movimentazioni del manichino e delle funzioni accessorie.
La programmazione della macchina ha richiesto particolare attenzione al controllo della forza e alle diverse movimentazioni, non lavorando, come accade con i tester attuali, su materiale rigido e fissato alla macchina, ma su materiali flessibili e di volta in volta diversamente posizionati.
L’idea progettuale è stata tutelata attraverso la brevettazione (è stata presentata domanda di brevetto nel corso del 2008) ma non è ancora stato sviluppato il prototipo.