Firenze– “La Toscana è la prima regione italiana che legifera in materia di qualità della normazione, in attuazione a quanto sancito dallo Statuto, dove sono numerose le disposizioni in tal senso, dimostrando la storica sensibilità della nostra Regione, che è stata la prima anche ad aver realizzato e pubblicato da anni un rapporto sulla propria legislazione”. Così si è espresso Alessandro Antichi (Fi-Pdl), illustrando in aula la nuova normativa, che accentua la responsabilità del legislatore regionale e consente ai cittadini di esercitare un vero e proprio controllo sulla “ragione delle leggi”, prevedendo che le leggi ed i regolamenti dovranno essere 'motivati' e dotati di strumenti per valutare gli effetti.
Nel preambolo di una legge dovranno essere indicati il quadro giuridico di riferimento, le fasi essenziali del procedimento, le ragioni per cui i pareri obbligatori, espressi ad esempio dalle commissioni, non sono stati accolti, o lo sono stati solo in parte.
Come ha spiegato il presidente della commissione speciale per gli Adempimenti statutari: “La legge si occupa non di ‘cosa dire’ ma di ‘come dirlo’, dettando regole per ovviare alla proliferazione legislativa, alla redazione di testi incomprensibili, tutte situazioni che minano alla base le caratteristiche di credibilità, trasparenza, democraticità, efficienza ed efficacia del diritto”.
Questa legge infine “disciplina la motivazione che diventerà realtà a partire dal 1° gennaio 2009” ha concluso Antichi, parlando di provvedimento “pilota” capace di fare scuola nel Paese. Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi dei consiglieri Alberto Magnolfi (Fi-Pdl), Loriano Valentini (Pd) e Giuseppe Del Carlo (Udc), che hanno espresso apprezzamento sul lavoro svolto dalla commissione, hanno parlato di legge come punto di riferimento per le altre regioni, di possibilità di verificare l’efficacia delle norme e quindi di garanzia di trasparenza e democraticità.
Il voto all’unanimità sulla legge e a maggioranza sul regolamento ha concluso il dibattito in aula.
“La presenza nello Statuto di numerose disposizioni in materia di qualità delle fonti normative - ha sottolineato Antichi -, deriva da una storica sensibilità del Consiglio regionale toscano che data da diversi decenni. Non va dimenticato che la Regione Toscana è sempre stata, in questo campo, prima tra le Regioni a dotarsi degli strumenti necessari a realizzare sia una migliore qualità della legislazione sia a rendere più trasparenti i propri interventi normativi.
La Regione Toscana è anche la prima ad aver realizzato e pubblicato da anni un rapporto sulla propria legislazione.” “Con questa nuova legge, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, si indicano criteri, principi e regole da applicare affinchè il sistema normativo svolga al meglio il proprio ruolo direttivo, al di là, ovviamente, dei contenuti che restano determinati dalle diverse scelte politiche. È una legge che si occupa – spiega Antichi – non di ‘cosa dire’ ma di ‘come’ dirlo.
Regole per ovviare alla proliferazione legislativa, alla redazione di testi incomprensibili, di difficile applicazione e troppo spesso scoordinate. Situazioni che minano alla base le caratteristiche di credibilità, trasparenza, democraticità, efficienza ed efficacia del diritto.” “Questo nuovo strumento, del tutto innovativo, esalta ed accentuata la responsabilità del legislatore regionale, oltre a rappresentare – conclude Alessandro Antichi - una forma di ‘legittimazione democratica oggettiva’ poiché consente ai cittadini di esercitare un controllo vero ed informato sulla ‘ragione delle leggi’, sulla loro opportunità e sulla loro necessità e coerenza delle normative regionali.”