“La Costituzione si pone come testo giuridico di straordinaria chiarezza che pone differenti problemi interpretativi: nel ’48 era comprensibile a pochi, poi è divenuta chiara e comprensibile a molti, anche grazie all’incredibile sforzo dei costituenti”.
Con queste parole Tullio De Mauro, ordinario di Linguistica generale all’Università “La Sapienza”, ha inaugurato questa mattina in Palazzo Firenze a Roma il XVIII corso di aggiornamento per docenti di lingua italiana a stranieri promosso dalla Società Dante Alighieri, che proseguirà fino al prossimo 26 settembre sul tema “L’italiano della Repubblica: Italia e italiano a sessant’anni dalla Costituzione”.
“L’Italia - ha proseguito De Mauro - è sempre stata frazionata linguisticamente e con la Repubblica per la prima anche i bambini hanno iniziato a parlare in italiano.
In questo contesto, Dante è stato forse il primo a cogliere il fattore determinante della pluralità linguistica italiana”.
All’intervento di De Mauro, molto apprezzato dai numerosi docenti partecipanti e provenienti da ogni parte del mondo, è seguito quello di Riccardo Gualdo, associato di Linguistica italiana presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università della Tuscia, che ha illustrato specificamente la presenza e l’influenza della lingua italiana nella politica.
“Negli anni Settanta - ha affermato Gualdo - il linguaggio della politica era caratterizzato da poca trasparenza e scarsa chiarezza.
Con il trascorrere del tempo si è andato via via semplificandosi per poi tornare pressoché incomprensibile in tempi più recenti”.
Nel pomeriggio, Lucilla Lopriore ha iniziato i laboratori di approfondimento sulla didattica in classe, la valutazione, la didattizzazione di materiali autentici e gli esami di Certificazione Plida.