Una densità di cervi davvero straordinaria, diverse centinaia di persone negli angoli più remoti e selvaggi delle foreste, distribuite tra i silenzi e le oscurità dei 36.000 ettari del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, in sessioni di due o tre nottate: questi gli straordinari numeri del censimento al bramito del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, il più importante e partecipato di cui si sia a conoscenza. La rilevazione si chiama “al bramito” perchè si basa sulla registrazione dei versi tipici degli animali.
In seguito ai primi esperimenti realizzati su questo territorio a cavallo tra Toscana e Romagna il metodo è diventato noto anche all’estero come “Casentinese”. Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna lo organizza tutti gli anni, per monitorare l’importante popolazione di cervo nobile (Cervus elaphus) di questo meraviglioso scorcio forestale dell’Appennino.
In settembre, stagione dell’amore, i maschi adulti emettono il suggestivo bramito che riecheggia nella foresta durante tutto il giorno ma con un picco nella nottata.
Ed è proprio di notte - per due o tre consecutive - che circa 700 persone, suddivise in pattuglie di due operatori, si posizionano in assoluto silenzio in ogni angolo della millenaria foresta. Annotano per almeno tre ore il numero, la distanza e la direzione di questi possenti bramiti. L’obiettivo del censimento al bramito è dunque quello di contare con precisione i maschi adulti per poi, con altri metodi di stima, determinare il numero totale di cervi e la loro distribuzione nello spazio del Parco Nazionale e dell’area circostante.
Nel buio della notte non è facile: ogni rumore fa insospettire, anche un piccolo uccello o un topino che smuove le foglie possono sembrare un grosso bestione che si avvicina.
Eppure è capitato anche che qualche cervo adulto, tra un bramito e l’altro, si sia avvicinato incuriosito a pochi metri da qualche pattuglia, per capire chi fossero quegli “intrusi” della notte. Per poi ritornare, una volta chiarita la questione e compreso che non si trattava di concorrenza per il possesso delle femmine, alle proprie faccende amorose.
L’anno scorso una pattuglia, addirittura, sentendo rumori assai vicini, scorse con la torcia a pochi metri nientepopodimeno che un bellissimo lupo: se la diede ovviamente a gambe levate non appena capì in che situazione si era infilato.
Il censimento è quindi questo: passione per il cervo, rispetto per la natura, ricerca di avventura.
Ma è anche voglia di conoscere persone che amano questo bellissimo ungulato e ne vogliono garantire la conservazione in uno stato ottimale. Partecipare al censimento offre un'occasione per conoscere persone, anche molto diverse, accumunate da questo grande amore per il “re” della foresta nel nostro Paese. Ci sono momenti di socialità: si mangia assieme, si scambiano racconti davanti al camino acceso in qualche rifugio, si imparano dagli altri i mille modi per rispettare e conservare non solo la popolazione di cervo ma anche tutto l’ambiente di cui questa ha bisogno per prosperare.
Nel settembre 2007 sono stati contati ben 404 cervi che bramivano. Un vero e proprio concerto nella foresta. Considerato che i maschi bramitanti sono solo una percentuale assai ridotta della popolazione, il numero totale di cervi (maschi, femmine e piccoli) ammonta ad oltre 3000. Un numero assai elevato che merita protezione ed una corretta gestione. L’obiettivo nazionale è quello di far espandere la popolazione ad altre aree, così che un giorno i cervi delle Foreste Casentinesi si ricongiungano a quelli oggi presenti in Abruzzo.
Il conteggio vero e proprio viene fatto nei mesi successivi alle nottate di rilevamento: alcuni esperti raccolgono tutte le schede compilate e con un paziente lavoro incrociano le direzioni registrate minuto per minuto, da ciascuna pattuglia. In questo modo, chiamato “triangolazione”, si può arrivare a identificare su una carta geografica l’esatto punto in cui ciascun maschio aveva scelto di bramire, per costituire il suo harem di femmine.
L’elaborazione dei dati è affidata alla DREAM Italia, incaricata dal Parco e dalla Comunità Montana del Casentino.
L’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, che sovrintende scientificamente a tutto il progetto, validerà i risultati e diffonderà nelle settimane successive la stima dei cervi del Parco. Si parla di oltre 2500 capi, ma forse sono molti di più: segno evidente che la conservazione ambientale attuata dai Parchi negli ultimi anni sta dando buoni risultati.
Nella “tre giorni” ci saranno anche occasioni di approfondimento scientifico dei temi legati al cervo ed al suo rapporto con la foresta.
E’una forma di gestione faunistica partecipata, su cui il Parco Nazionale sta puntando ormai da tempo. In questo modo chi vuole può rendersi utile per il raggiungimento degli obiettivi di conservazione del Parco e, allo stesso tempo, acquisire sul campo conoscenze ed abilità altrimenti impensabili.