Firenze– Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (hanno votato contro Fi-Pdl, An e Udc) la legge che accorpa in un’unica azienda le tre Aziende per il diritto universitario di Firenze, Pisa e Siena. La nuova azienda unica per il diritto universitario della Toscana sarà gestita da un consiglio di amministrazione composto da nove componenti. Nel consiglio di amministrazione siederanno cinque componenti di nomina regionale, il presidente del Comitato di coordinamento delle università toscane (Coreco) e i tre presidenti dei Consigli territoriali degli studenti.
I Consigli territoriali, composti ciascuno da sette studenti eletti, hanno il compito di verificare nelle singole università la qualità e la corretta erogazione dei servizi. Tutti i componenti dei consigli territoriali faranno parte del Consiglio degli studenti, che si configura come un vero e proprio organismo di rappresentanza politica studentesca. Il consiglio regionale degli studenti si riunirà almeno due volte l’anno con il consiglio di amministrazione dell’azienda per l’approvazione del piano di attività e dei bilanci di previsione e di esercizio.
Qualora il consiglio di amministrazione non accolga i pareri del Consiglio degli studenti dovrà fornire adeguata motivazione e riferire nella riunione successiva dell’organo studentesco. Il funzionamento dell’azienda sarà disciplinato da un regolamento approvato dal consiglio di amministrazione, che prevede un’articolazione organizzativa per ognuna delle sedi territoriali. Tale struttura dovrà garantire il raccordo tra i servizi erogati e l’organizzazione didattica, che sarà oggetto di verifiche specifiche con i rappresentanti territoriali degli studenti.
“E’ il primo intervento rilevante che portiamo a compimento nel segno della razionalizzazione della macchina regionale e della riduzione dei costi”.
Lo ha detto Ambra Giorgi (Pd), presidente della commissione Cultura, illustrando il provvedimento che accorpa le tre aziende per il diritto universitario (Ardsu) nell’azienda unica per la Toscana. Giorgi ha ricordato che il percorso che ha portato al testo di legge è stato impegnativo e complesso ma produttivo grazie alla disponibilità di tutti gli attori in campo: i consiglieri regionali, gli uffici, le università, gli studenti. La presidente ha voluto sottolineare tre aspetti della legge: la valorizzazione della conferenza Regione – Università, la valorizzazione del ruolo degli studenti e la riduzione dei costi, quantificati, per il primo anno, in circa 600 mila euro.
Giuliana Baudone (An) ha detto che “sebbene all’inizio fossimo favorevoli ad un disegno di accorpamento, abbiamo dovuto rivedere la nostra posizione”. La consigliera ha motivato il cambiamento di giudizio di An con l’impossibilità di sostenere la logica del risparmio economico “quantificato in cifre troppo basse” e perché, in fase di consultazione, “gli studenti sono apparsi scontenti della legge che andavamo predisponendo”. Casomai, ha aggiunto, “servirebbe abbattere il costo di iscrizione all’Università”.
Per Stefania Fuscagni (FI-Pdl), “se esisteva ambiente dove non intervenire con una forma di centralizzazione questa era proprio l’università” perché “l’omogeneità dei servizi non può funzionare laddove è invece auspicabile una competizione tra Università”. Secondo Fuscagni, che ha citato il caso Bologna, la razionalizzazione ipotizzata sarà vanificata nel prossimo futuro, quando riemergeranno con forza le diverse esigenze degli studenti nelle singole realtà. Alessia Petraglia (Sd), che ha annunciato il voto favorevole anche dei Verdi, del Pdci e del Prc, ha detto che il percorso che ha portato alla definizione del testo di legge è stato “lungo, serio e ha prodotto un confronto aperto e proposte condivise”.
Affermando che si tratta della prima tappa sulla strada della riorganizzazione degli enti e del taglio dei costi, Petraglia ha sottolineato che la legge mira soprattutto a garantire “la qualità delle politiche e dei servizi” a favore degli studenti universitari. “Il sistema universitario toscano ha bisogno di un sistema toscano di diritto allo studio” ha affermato Diego Ciulli (Pd), secondo il quale l’obbiettivo “non è l’omogeneizzazione, ma la garanzia per tutti dello stesso livello di servizi”.
Secondo Ciulli la legge “è nata all’insegna della partecipazione”, con la commissione e l’assessore “che hanno ascoltato quanto emerso nelle consultazioni”. “Il processo di unificazione non deve significare perdita di specificità” ha concluso Ciulli, sottolineando che il nuovo organismo di rappresentanza politica studentesca può diventare anche il luogo di confronto privilegiato sulle politiche giovanili. “Se riusciremo a rendere omogenei i servizi al più alto livello, partendo dalle eccellenze, avremo fatto un buon lavoro”, ha commentato Eduardo Bruno (Pdci) che ha ricordato come la disponibilità dell’assessore ha permesso di intervenire su vari punti del testo originario, a partire proprio dall’ampliamento della rappresentanza studentesca.
“Grazie allo spostamento di risorse dalla burocrazia ai servizi, saremo in grado di superare le differenze di trattamento, uniformando la qualità verso l’alto”, ha dichiarato l’assessore Gianfranco Simoncini. L’assessore ha ricordato che già a partire dal gennaio prossimo si risparmieranno 600 mila euro, che, nel corso di due anni potranno salirà a due milioni. “La qualificazione dei servizi, una corretta articolazione territoriale, la valorizzazione della rappresentanza studentesca, un buon rapporto con le organizzazioni sindacali – ha concluso – sono i punti di forza di questo primo atto del processo di riorganizzazione degli enti regionali”.