Firenze, 22 maggio 2007- Oggi ritrovato grazie a un progetto finanziato dall’Arsia e condotto da Cipa.at S.R. Toscana, l’ente per l’assistenza tecnica promosso dalla Cia Toscana. «Un’esperienza importante questa – afferma Alessandra Alberti, presidente del Cipa.at S.R. - in cui conoscenze tecniche e scientifiche si sono coniugate con tradizioni e saperi tramandati nel tempo con l’obiettivo di stimolare un processo di animazione rurale ricco di spunti per le attività future dei Servizi di Sviluppo Agricolo».
Il progetto che ha interessato il Pecorino ha tra gli obiettivi quello di stimolare l’economia locale attuale, nell’ambito della filiera zootecnica-ovina, animare lo sviluppo rurale della Val d’Elsa e rientra nelle azioni che da alcuni anni impegnano l’operato del Cipa.at S.R. Toscana che in questi anni ha lavorato alla valorizzazione di prodotti della tradizione toscana. L’intervento ha avuto anche l’obiettivo di formulare e sperimentare un modello di creazione e sviluppo di una rete produttiva e di servizi tra tutti gli attori coinvolti.
«Da tempo la Cia Toscana è impegnata nel recupero delle produzioni di qualità e della tradizione per il rilancio e la valorizzazione della biodiversità alimentare – sottolinea il presidente della Cia Toscana, Giordano Pascucci – e con questo progetto pilota vogliamo contribuire a sensibilizzare su questi temi le comunità locali, gli agricoltori, le istituzioni, gli operatori commerciali e i consumatori».
Il progetto, finanziato dall’Arsia Toscana con la collaborazione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Toscana e del Lazio e dell’Accademia dei Georgofili di Firenze, ha dato vita a due pubblicazioni presentate nel corso della mattinata.
Una dal titolo “Il Marzolino di Lucardo, un formaggio ritrovato” a cura di Roberto Scalacci e Daniele Vergari. L’altro volume raccoglie gli importanti documenti su questo pecorino risalenti al 1759 dello scienziato fiorentino Giovanni Targioni Tozzetti tratti dai “Ragionamenti sopra l’agricoltura toscana”. «La nostra Regione può contare sull’enorme cultura enogastronomica da sempre elemento di riconoscibilità e d’appartenenza per i cittadini al proprio territorio d’origine – afferma Maria Grazia Mammuccini, amministratrice dell’Arsia - una risorsa questa su cui investire e che collega le nostre radici alle grandi tradizioni e proprio la tradizione in alcune zone in cui si è raggiunta una particolare consapevolezza significa già sviluppo economico e sociale, conservazione e caratterizzazione ambientale, traducendosi in sintesi in alta aspettativa occupazionale e qualità della vita».
Il Pecorino “Marzolino di Lucardo” trae il proprio nome dalla zona in cui originariamente veniva prodotto.
È un formaggio di latte di pecora, la cui lunga ed elaborata lavorazione, condotta principalmente da donne, è attestata da prima del XVII secolo. Si tratta di un pecorino estremamente raffinato, la cui maggiore particolarità risiede nell’utilizzazione nella propria manifattura di fiori di cardo essiccato (detto presura) come caglio vegetale.