Edito per Le Vie della Storia delle Lettere, il volume di Savorelli, Favini e Gabelli, è una delle fonti più fresche sull'Araldica. A partire dal medioevo l’uso di insegne araldiche si estese dal mondo feudale a nuovi soggetti “impersonali”: città, borghi, corporazioni, ospedali, fazioni, magistrature, compagnie etc., contribuendo a creare forme di autorappresentazione simbolica della società e del territorio, identità, appartenenze politiche e rituali collettivi, ancor oggi sorprendentemente segnati dalla logica dell’araldica delle origini.
Il volume – che si rivolge allo storico dei simboli ma anche all’operatore dei beni culturali, a chi si occupi di grafica e comunicazione istituzionale delle autonomie locali e al semplice curioso – tenta di fornire una chiave metodologica e alcuni modelli della comprensione del fenomeno dell’araldica pubblica nel suo sviluppo, sgombrando il campo da molti luoghi comuni che affliggono gli studi sull’argomento. La Toscana, conservando nel settore una delle documentazioni visive e archivistiche più vaste d’Europa, offre uno straordinario campo di indagine sulla storia di questo genere di segni, che da otto secoli caratterizza il paesaggio e la cultura del continente.
Alessandro Savorelli (Prato, 1948), ricercatore presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, è storico della filosofia moderna, ma si occupa anche di storia della simbologia e di araldica.
Membro della Società svizzera di araldica e dell’Académie internationale d’héraldique, collabora a «Archives héraldiques suisses», «Emblemata» e a «Medioevo». Oltre a numerosi saggi sulla simbologia urbana nel Medioevo, ha pubblicato Piero della Francesca e l’ultima crociata. Araldica, storia e arte tra gotico e Rinascimento (1999) e Pegaso in Toscana. Lo stemma della Regione nella storia dell’araldica pubblica europea (2004).