Firenze, 11 Novembre 2006- "Un primo atto per avvicinare le nostre città e per arrivare a più proficui rapporti di collaborazione fra le nostre città". Sono parole del sindaco Leonardo Domenici che oggi in Palazzo Vecchio ha sottoscritto col sindaco di Budapest Gábor Demszky una lettera d'intenti fra le due città. Erano presenti alla cerimonia l'assessore alle relazioni internazionali e gemellaggi Eugenio Giani e il sindaco di Venezia Massimo Cacciari. "Tenendo conto della tradizione secolare dei contatti economici e culturali fra l'Italia e Ungheria - è scritto nella lettera - nel segno della tolleranza e della stima comune avendo a cuore il nostro comune futuro europeo; considerando che i contatti fra le due città (la visita in questi giorni di una delegazione ufficiale a Firenze in occasione del 40° Anniversario dell'Alluvione di Firenze, la visita a Budapest dell' assessore alle relazioni internazionali e gemellaggi Eugenio Giani ) si sono rafforzati; le parti manifestano la loro intenzione di promuovere questo processo in un prossimo futuro e di predisporre un accordo di collaborazione fra il comune della città di Firenze e il comune della città di Budapest".
Al termine della cerimonia tradizionale scambio di doni. Il sindaco Domenici ha donato la medaglia appositamente coniata per il 40° anniversario dell'alluvione, mentre il collega Demszky, una raccolta di foto dell'alluvione di Budapest del 2002.
Riccardo Nencini, presidente del Consiglio regionale, è intervenuto oggi alle celebrazioni per i quarant’anni dell’alluvione in S. Croce. Tra queste, oltre all’arrivo in città di una delegazione degli Angeli del fango, anche l’inaugurazione della mostra “Alluvione S.
Croce. Storia e Immaginazione”, collettiva di pittura e scultura inserita tra le iniziative promosse dall’Associazione culturale “Oltre L’arte”. “S. Croce è il simbolo di un evento rimasto straordinario non solo per la tragedia che si abbattè su Firenze – ha dichiarato Nencini -: qui, si riconosce la forza che portò tanti, e per primi i fiorentini, a lavorare per salvare i tesori di Firenze e del mondo; ma oggi, nelle opere in mostra, si riconosce anche la capacità inalterata di cultura e creatività di generare cittadinanza universale”.
