FIRENZE – “La Toscana è in uno stato di quasi emergenza in materia di smaltimento dei rifiuti e occorre dare una risposta in tempi brevi in termini di riduzione, raccolte differenziate, riuso e recupero energetico. Nel 2009, quando chiuderanno il loro ciclo le discariche, dovremmo esserci dotati di politiche di riduzione, di incentivi economici e dell’impiantistica migliore e più sicura in termini di impatto ambientale e sanitario. I termovalorizzatori costituiscono la parte finale della filiera dello smaltimento e trasformeranno in calore e energia una quota intorno al 20 per cento dei rifiuti.
E’ evidente a tutti che non esistono impianti ad impatto zero. Esiste però una volontà della Toscana a lavorare per una impiantistica, la più sicura possibile, e fortunatamente abbiamo un sistema di controlli eccellenti grazie all’Arpat in grado di valutare i migliori sistemi di riduzione delle emissioni inquinanti, anche delle polveri più sottili. Deve essere chiaro a tutti però che la nostra è una corsa contro il tempo. A stare fermi corriamo il rischio di una emergenza modello Campania“.
Così il presidente della commissione regionale Territorio e ambiente, Erasmo D’Angelis, ha aperto la seduta di oggi, giovedì 9 novembre, in Palazzo Panciatichi, con all’ordine del giorno l’approfondimento sulle principali problematiche dei termovalorizzatori con le audizioni di Stefano Montanari, direttore scientifico della Nanodiagnostics srl e più volte autore - con Beppe Grillo - di interventi contro gli impianti; di Sonia Cantoni direttore dell’Arpat, di Roberto Gori direttore scientifico di Arpat e di Andrea Corti del dipartimento energetico dell’Università di Siena.
Dai tecnici dell’Arpat è giunta la conferma di “controlli puntuali delle emissioni atmosferiche che sono complessi e costosissimi e vengono effettuati anche su camini alti 80 metri. I risultati di questa attività – ha spiegato Roberto Gori – dimostrano un miglioramento delle gestioni e del monitoraggio dell’impiantistica rispetto al passato. I rischi veri per la salute derivano da fonti inquinanti come il traffico o il riscaldamento o l’industria. Ma non possiamo abbassare la guardia e abbiamo un piano di monitoraggio anche per le PM 2.5 e le PM 1, frazioni pericolose delle PM10”.
Anche Sonia Cantoni ha presentato un quadro di interventi e di controlli che, in termini di sicurezza per l’ambiente e dei cittadini, dimostrano che “la Toscana non è seconda a nessuno in Europa. Occorre migliorare ancora la capacità di controllo che tuttavia nel 2005 ha prodotto un corposo percorso sanzionatorio: oltre cento notizie di reato per violazione dei parametri nella gestione dei rifiuti rilevate nel corso di 1.453 interventi sugli impianti di cui 150 su discariche ed inceneritori”.
Per Montanari, invece, non esiste una ‘soglia’ oltre la quale scatta la tossicità. “C’è sempre tossicità nella combustioni, dal fiammifero alla fonderia. Tutto ciò che è calore e temperatura è un rischio e più elevata è la temperatura più piccole sono le particelle nocive e patogene che generano malattie”. Per Corti “è residuale l’inquinamento da termovalorizzatori mentre il vero contributo alle patologie viene da traffico e riscaldamento domestico e anche da discariche non controllate che esistono sul territorio e inquinano molto”.
“Nel cuore di grandi città europee, da Vienna a Parigi ad Amsterdam da decenni i termovalorizzatori producono energia dai rifiuti senza produrre notizie di patologie o decessi o allarmi. Vorrei capire perché da noi c’è questo allarmismo”, ha chiesto il consigliere diessino Adriano Chini. “Esistono filtri in grado di bloccare il particolato inferiore a PM10 e i termovalorizzatori dovranno garantire il loro funzionamento. Noi dobbiamo scegliere in materia di smaltimento i sistemi meno dannosi e inquinanti”.
Nel corso della seduta sono intervenuti anche i commissari Andrea Agresti (An), Bruna Giovannini (Ds), Paolo Marcheschi (Fi), Ardelio Pellegrinotti (Ds), Monica Sgherri (presidente Rc), Luca Paolo Titoni (Udc). Viste le ampie problematiche affrontate e le numerose questioni da approfondire, la commissione Territorio e ambiente tornerà a riunirsi nelle prossime settimane. In quell’occasione, le domande poste dai commissari alle personalità intervenute, troveranno risposte esaurienti e complete che probabilmente saranno inserite in una pubblicazione che, su richiesta di tutti i consiglieri, potrà tornare utile non solo alle istituzioni ma ai cittadini stessi.