Robert Lepage nasce a Québec City nel 1957. Dopo gli studi al Conservatoire des Arts in Canada e al fianco di Alain Knapp in Europa entra a far parte della compagnia codiretta da Jacques Lessare, il Théâtre Repère. Qui trova lo spazio e i collaboratori adatti ma, soprattutto, la giusta sintonia che gli consente di esprimere la propria natura di “grande artigiano” del teatro: attore, drammaturgo, regista, scenografo e progettista luci, al debutto della sua prima regia Circulation nel 1985, offre subito una chiara indicazione dell’approccio geniale, sperimentale, multimediale e multilinguistico che identificherà il suo lavoro e che fornirà le basi della sua reputazione internazionale.
Vinci del 1986 segna il suo talento attoriale mentre le successive produzioni La Trilogie des Dragons del 1987, Les Plaques Tectoniques del 1990, Les Aiguilles et l'Opium del 1991 (invitato al Festival Intercity Montreal nel 1992) e Le Polygraphe del 1992, gli aprono i sipari dei più grandi teatri del mondo seducendo i critici ed il pubblico sia in Canada che all’estero.
Nel 1989 viene nominato direttore artistico del Théâtre Français du Centre National des Arts di Ottawa dove mette in scena anche diversi classici e diventa il primo regista nordamericano a dirigere al Royal National Theatre di Londra il celeberrimo Sogno di una notte di mezza estate, definito come la più grande messa in scena degli ultimi tempi, comparabile soltanto per importanza e originalità a quella di Peter Brook o all’operazione di Liubimov su Amleto.
Il 1994 è un anno importante. Lepage fonda con alcuni suoi fidati collaboratori la compagnia Ex Machina con cui produce una serie di spettacoli che ottengono grande risonanza: Les Sept Branches de la Rivière Ôta del 1994 e Elseneur del 1995. La sua qualità si riconferma e il suo linguaggio è ancor più originale. Sono spettacoli in cui la dimensione narrativa non viene mai negata, il tempo e lo spazio dove le sue “storie” si collocano sembrano contrarsi e dilatarsi, la ricerca e l’utilizzo delle musiche, delle luci creano atmosfere uniche e sfaccettate in cui gli aspetti simbolici e surreali non si arenano mai in un linguaggio intellettualistico o elitario.
Uno stile, quello di Lepage, che all’inizio gli ha allontanato la critica più conservatrice e che, al contrario, gli ha fatto guadagnare il favore del pubblico, sedotto dalla sua capacità di produrre spettacoli contemporanei riuscendo a creare un’esperienza artistica totale che già influenza il linguaggio teatrale in tutto il mondo.
Oltre al teatro sperimenta altre forme espressive come l’opera (Bluebeard’s Castle, Erwartung, Faust), il rock (collaborando con Peter Gabriel per il Secret World Tour) e approda, con successo e con grande stile, anche al cinema: il suo Le Confessionnal del 1995, presentato al Festival di Cannes nella Quinzaine des réalisateurs, verrà seguito da Le Polygraphe del 1996, dal suo omonimo spettacolo teatrale (in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia), da Nô del 1998 e da Possible Worlds del 2000.
Tra le produzioni più recenti con Ex Machina si ricordano Géométrie des Miracles del 1998, Zulu Time del 1999, la face cachée de la lune del 2000, senza dimenticare la lunga tournée internazionale con La Casa Azul del 2001, pièce dedicata alla tormentata storia della pittrice messicana Frida Kahlo.
Dopo aver realizzato una nuova versione del suo La Trilogie des Dragons, Robert Lepage ha presentato The Busker's Opera, nel 2004, al Festival Montréal en Lumières, spettacolo che insieme all’allestimento, da Fernando de Rojas, di La Célestine e al nuovo The Andersen Project, sono tuttora in tournée in tutto il mondo.