Firenze - Si è aperto alla Fortezza da Basso il 91° Congresso mondiale di Esperanto, cui partecipano delegazioni di oltre 65 nazioni, con oltre 2200 delegati. Per una settimana gli studiosi di tutto il mondo discuteranno a Firenze dei problemi del multilinguismo e delle soluzioni che il mondo moderno offre, come ha brillantemente sintetizzato François Grin, dell’Università di Ginevra nel discorso di apertura. L’attuale egemonia linguistica a favore dell’inglese, ha detto il relatore, è in certo qual modo pericolosa perché non costituisce un vantaggio reale pur offrendo una sensazione di soluzione parziale: infatti essa riduce nel pubblico la coscienza dei problemi di comunicazione e tutti i costi della comunicazione internazionale sono spostati sulle spalle dei soli non anglofoni.
Una ricerca commissionata dalla Comunità Europea dà una stima prudenziale di 17 miliardi di euro annui come costi sopportati dalla comunità internazionale verso il mondo anglofono nella situazione attuale, in confronto a una situazione di parità linguistica, quale sarebbe quella di un reale multilinguismo paritario o quella dell’esperanto come lingua di intercomunicazione. Sono anche intervenuti per salutare il congresso l’assessore Eugenio Giani (come disse La Pira nel 1950, Firenze è attore di pace e quindi questo congresso avrebbe dovuto essere ospitato a Palazzo Vecchio se non fosse stato così numeroso) in rappresentanza del sindaco di Firenze, i prefetti di Firenze e di Prato, i consoli di Cina, Irlanda, Croazia e Lituania, e sono stati letti i saluti di Romano Prodi, Vannino Chiti e Francesco Rutelli. Hanno salutato inoltre il professor Renato Corsetti dell’università di Roma, in qualità di presidente dell’associazione mondiale di esperanto, il presidente dell’accademia di esperanto, i rappresentanti di tutte le nazioni presenti e Ludovico Zamenhof, nipote del fondatore della lingua internazionale, particolarmente emozionato di salutare di nuovo un congresso in Italia dopo quello che salutò, da bambino, a Roma nel 1935. Sono stati particolarmente graditi gli intervalli musicali del pianista russo Andrea Korobeinikov.