Firenze, 28 giugno 2006 - "Circa 50mila toscani sono affetti da demenze e il 60% di questi soggetti, 30mila persone, soffre della malattia di Alzheimer".
Questa la fotografia che ha fatto, dello scenario regionale, il dottor Manlio Matera, delegato toscano e vice presidente nazionale dell'Aima, Associazione Italiana Malattia di Alzheimer, intervenuto questa mattina, presso l'Aula Magna della Presidenza della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Careggi, al convegno dal titolo "Linee guida per il trattamento della malattia di Alzheimer.
La complessità nel paziente con malattia di Alzheimer". L'incontro, organizzato dall'Associazione Italiana di Psicogeriatria (AIP) e da Pfizer Italia, è servito ad analizzare e condividere le novità in tema di diagnosi e trattamento della patologia.
"Trattare i pazienti affetti da demenza è complesso e complicato - spiega il professor Sandro Sorbi, delegato toscano dell'Aip - Ma negli ultimi anni si sono registrati molti sviluppi: oggi i farmaci permettono di modificare il percorso della malattia, mentre la ricerca sta offrendo nuove prospettive che si spera siano decisive".
Le demenze, e la malattia di Alzheimer in particolare, colpiscono un numero sempre crescente di persone e la loro prevalenza è destinata ad aumentare con il progressivo invecchiamento della popolazione.
Si stima che nel mondo circa 25 milioni di persone siano affette da demenza, con 4.6 milioni di nuovi casi ogni anno. In Italia il problema riguarda il 6.4% degli ultrasessantacinquenni, con un incremento quasi esponenziale legato all'età e con un'incidenza di circa 150.000 nuovi casi ogni anno.
"In Toscana gli anziani sono circa 800mila e di questi 100mila risultano già essere non autosufficienti - spiega ancora il dottor Matera, che sottolinea - Cifre e tendenze non possono che preoccupare anche se, di contro, si registra già la presenza, in Toscana, di una rete di Centri di Ascolto Alzheimer e l'avvio di una serie di progetti, l'ultimo si chiama Mira, che hanno l'obiettivo di creare un modello integrato per il trattamento dei pazienti affetti dai vari tipi di demenze.
Quel che manca in Toscana - prosegue il dottor Matera - è il consolidamento di una modalità di lavoro in rete tra tutti i soggetti sanitari e sociali coinvolti nell'assistenza: i Medici di Medicina Generale, i Medici specialisti, gli operatori dei Distretti e dei Servizi Sociali, le famiglie dei pazienti. Non a caso, nel trattamento del paziente affetto da malattia di Alzheimer si parla di complessità. Sono diverse le figure che devono interagire ed operare fra di loro per far sì che il mantenimento delle funzioni dei malati di Alzheimer sia assicurato ai massimi livelli.
Paradossalmente, i nostri servizi mostrano alcune lacune negli interventi rivolti ai malati in fase lieve e moderata mentre, al contrario, la rete funziona benissimo nella fase più avanzata e grave. Occorre recuperare tale divario".
"Quel che è importante - fa eco al dottor Matera il professor Domenico Inzitari, presidente Italian Stroke Forum - è andare ad individuare nella popolazione colpita da alcune forme di demenza quali sono i soggetti interessati anche da fattori di rischio cardiovascolare, fra cui l'ipertensione.
Solo la metà di questi soggetti, infatti, sa di essere a rischio e la metà della metà è in cura".
Daniele Pallotta