Firenze, 16 maggio 2006- Il PRS proietta la Regione Toscana in uno scenario ricco di sfide, ponendo con forza l’accento sulla governance cooperativa, che può essere perseguita attraverso concentrazione, trasparenza e semplicità della pubblica amministrazione. Proprio il profilo della P.A e del suo impatto economico sulla società toscana è stato descritto questa mattina dal direttore dell’IRPET, prof. Alessandro Petretto. In Italia la P.A., con 9.704 unità istituzionali e ben 3.546.507 addetti, rappresenta un’industria rilevante, ed anche nella nostra regione ha una struttura sicuramente consistente.
Ben 388 unità istituzionali, articolate in 1.400 unità organizzative con 224.203 addetti: questi i numeri della Toscana, in cui ben il 15% degli addetti è impegnato proprio nella P.A. – percentuale prossima a quella degli addetti nel commercio e inferiore soltanto agli occupati nell’industria (32%) – ed il personale effettivo in servizio per 1000 abitanti è pari a 63,8, mentre la media nazionale è pari a 61,9. Fatto 100 la creazione del reddito della P.A. attraverso imposte dirette, indirette e contributi previdenziali, il 48% viene impiegato come reddito disponibile per la P.A stessa; di questo il 40% viene destinato a consumi collettivi, servizi alle famiglie, ed un 8% al risparmio.
Questo il ciclo del reddito della pubblica amministrazione in Toscana che porta ad un “residuo fiscale” - saldo fra le spese pubbliche di cui è destinatario ogni cittadino ed il suo pagamento di tributi o tariffe al governo che le eroga- pari al 2%, valore che colloca la nostra regione in posizione “vantaggiosa” rispetto alla media nazionale. Secondo l’annuario della contabilità della P.A. dell’Istat, infatti, l’avanzo corrente sul PIL in Toscana al 2002 è pari al 3,3% rispetto ad un valore italiano dello 0,8%, il risparmio registra valori del 3,3% in Toscana e 0,8% in Italia, ed il saldo finale per la nostra regione è uguale allo 0,5% mentre in Italia registrava, già nel 2002, un segno meno (-3,2%).
Il profilo tracciato dall’IRPET evidenzia il ruolo che Regione ed Enti locali devono assumere. Come ha ricordato l’assessore Fragai è necessaria l’attuazione di un principio di sussidiarietà, occorre moltiplicare le occasioni che permettano di praticare percorsi virtuosi e combinare al meglio le distinte autonomie, competenze, responsabilità con qualificati momenti di confronto, di codecisione, di integrazione.