La ricerca intervento del progetto sui comportamenti degli adolescenti, chiamato "Bande creative: un'esperienza di peer education", è stato presentato ieri, da studiosi e addetti ai lavori, nell'aula magna del Liceo Gramsci, dopo un percorso triennale di studi e di sperimentazioni per la prevenzione dei comportamenti aggressivi all'interno delle scuole. L'obiettivo del progetto, cercando di intervenire sulla prevenzione, è stato quello di formare le nuove generazioni, non solo sul piano della conoscenza ma anche su quello delle competenze sociali e sulla capacità di convivenza civile nella società, contrastando fenomeni di comportamento violenti e di rischio nelle situazioni interpersonali.
Il progetto è stato realizzato dall'ufficio politiche giovanili dell'assessorato alla pubblica istruzione e alle politiche giovanili del comune di Firenze, cofinanziato dalla Regione Toscana Ad illustrare il percorso conclusivo, erano presenti, tra gli altri, l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri, l'assessore alle politiche sociali della Regione Tocana Gianni Salvadori, Patrizia Meringolo del dipartimento di psicologia dell'università di Firenze, Andrea Spini del dipartimento di studi sociali dell'università di Firenze, Luciano Rutigliano, dirigente scolastico "Istituto professionale Alberghiero A.
Saffi" e Vanna Van Straten referente regionale per l'associazione Libera. L'esperienza di "Bande creative" ha previsto un duplice percorso di formazione, che ha evidenziato il protagonismo dei ragazzi stessi all'interno del progetto: quello rivolto agli studenti delle scuole medie superiori, con la partecipazione di un ristretto gruppo di laureandi in discipline socio-psicologiche con il ruolo di tutor, e quello rivolto agli insegnanti, in un percorso di peer education che ha favorito la comunicazione, riattivando lo scambio di informazione e di esperienze interne al gruppo.
"Il progetto è un importante intervento di promozione e di educazione alla legalità - ha spiegato l'assessore Lastri - dove i giovani, attraverso un lavoro su se stessi si sono posti in modo solidale e relazionale con altri coetanei e con il mondo degli adulti". Per sostenere la ricerca in modo permanente, l'assessore Lastri ha sottolineato "l'importanza della creazione di una rete, tra il comune, l'università, la scuola e l'associazionismo, e creare un protocollo tra le istituzioni per sostenere questo tipo di percorsi per i giovani".
Sono stati 161 gli alunni della scuola media superiore "Saffi" coinvolti nell'anno 2006: 85 maschi e 76 femmine, divisi in un gruppo sperimentale, nel quale si è svolto l'intervento, e un gruppo di controllo. Sono stati poi coinvolti 6 studenti con funzione di tutor: 5 selezionati dal dipartimento di psicologia e 1 frequentante la scuola Saffi. La maggior parte dei ragazzi proviene dalla provincia di Firenze (47%) e dalla Toscana(11%), da Firenze il 41%. Per quanto riguarda il percorso scolastico: il 31% dei partecipanti al progetto sono stati bocciati; il 44% percepisce il rendimento scolastico nella media, il 21% scarso, il 19% buono, pessimo per l'11%.
Il 61% dei giovani coinvolti nel progetto non frequenta nessuna associazione, il 27% invece aderisce ad un'associazione sportiva e il 3% ad una religiosa. Il 90% degli alunni ha avuto esperienze di comportamenti a rischio, che per un 39% significa agire senza conoscere le conseguenze, per un 24% significa pericolo, e un altrettanto 24% ha risposto che il rischio significa andare oltre i limiti. Per il 10% il rischio è uguale ad eccitazione, ed il restante 3% non ha risposto. I rischi più frequenti riportati dagli studenti intervistati, che riguardano in primo luogo i comportamenti pericolosi, attuati da loro stessi o da altri, vede al primo posto la guida di motorini o biciclette, seguono divertimenti e sport "estremi" e, in misura decisamente minore, aggressioni e risse.
Si parla limitatamente di sostanze, riferendosi comunque alle sole sostanze legali, alcool e tabacco. Da questa ricerca sono venute fuori alcune considerazioni quali la differenza di genere tra maschi e femmine. Queste ultime sembrano avere una maggiore autostima, ma una minore autoefficacia percepita rispetto ai ragazzi. Non sembrano costituire un elemento significativo le bocciature subite, mentre sembra incidere sull'immagine di sé la percezione e l'autovalutazione del rendimento scolastico.
Un importante fattore di protezione sembra essere rappresentato dal numero di amici: coloro che hanno meno amici, un solo gruppo - chiuso - di amici sembrano essere meno auotdeterminati e riferiscono di provare minori emozioni positive, come la curiosità, sia nel divertimento che nel rischio, e maggiori emozioni potenzialmente negative, come la rabbia o l'aggressività.