FIRENZE- In questi anni le aziende toscane di servizi (acqua, gas, rifiuti, trasporti) hanno fatto registrare fortissimi incrementi sia in termini di fatturato (da un milione e 600 mila euro del 2002 ai due milioni e 400 mila di oggi) che in termini di investimenti, addirittura raddoppiati rispetto al 2000, ma c’è bisogno ancora di un forte impegno per migliorare in competitività, qualità, efficienza: un impegno che non può scaricarsi solo sulle tariffe degli utenti – è stato calcolato che comporterebbe un aggravio di 245 euro all’anno per una famiglia di tre persone – ma deve vedere anche il forte coinvolgimento del pubblico: ed è quanto la Regione Toscana intende fare.
E’ quanto ha voluto sottolineare il vicepresidente Federico Gelli intervenendo nel dibattito sulle “public utilities” di questi giorni. “Si tratta di uno dei nostri obiettivi strategici, a cui stiamo lavorando con una proposta di legge che consegneremo al consiglio entro l’estate e con un’attenzione particolare anche nell’ambito del nuovo Piano regionale di sviluppo – ha spiegato Gelli – Allo stesso modo ci stiamo impegnando perché le nuove tecnologie siano pienamente utilizzate in modo da facilitare al massimo le relazioni tra le aziende e i singoli utenti, privati cittadini o aziende che siano”.
Su questo terreno, ha spiegato il vicepresidente, la Regione Toscana finanzierà uno specifico progetto che punta a dare un forte impulso all’uso della rete e dei servizi informatizzati. “Meno code agli sportelli, meno perdite di tempo, più trasparenza, è quanto intendiamo realizzare con questa azione – commenta Gelli – che consentirà la consultazione delle posizioni delle singole utenze, l’accesso a informazioni su tariffe e contratti, la possibilità di simulazioni per definire i migliori profili tariffari, il pagamento on line delle bollette”.
Il progetto, ideato da Cispel, ha come potenziali destinatari ben 233 comuni toscani e dovrebbe risultare di particolare interesse per le realtà più marginali e montane.
Ma il governo regionale, ha ricordato ancora Gelli, intende dare vita anche a un percorso comune con le aziende di pubblica utilità in grado di promuovere maggiori investimenti in innovazione e formazione.
“Da rapporti presentati in questi giorni si ricava che la pubblica amministrazione italiana spende in informatica solo 51 euro ad abitante, contro i 147 del Regno Unito e i 96 dell’Olanda, solo per fare due raffronti, e che cala anche la partecipazione alle attività formative. Sono due tendenze che la Toscana intende contrastare perché non investire su innovazione e formazione significa non investire sul futuro”. (pc)