Economia: una legge aiuta le imprese “responsabili”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 maggio 2006 18:36
Economia: una legge aiuta le imprese “responsabili”

Alle aziende toscane che volontariamente adotteranno gli standard internazionali per la responsabilità sociale delle imprese e sistemi di gestione certificabili saranno assicurati interventi e agevolazioni, a partire dal prossimo piano regionale di sviluppo economico. Lo prevede una nuova legge approvata dal Consiglio regionale con il voto favorevole di maggioranza e Prc e l’astensione del centro-destra. La Toscana, con 114 imprese certificate con il sistema SA 8000 su 324 in Italia e 881 in tutto il mondo, si conferma così regione leader su questi temi, introducendo, fra le prime in Italia, una specifica legge che disciplina nel dettaglio questo settore.

Il testo, come ha spiegato in aula Vittorio Bugli, presidente della commissione Attività produttive, fa perno sul concetto di “tracciabilità sociale” dei prodotti e dei servizi, intesa come possibilità di verificare che nell’intera filiera produttiva, dalla produzione alla fornitura e alla distribuzione, siano rispettati e implementati i diritti umani, sociali, economici e del lavoro. Per le aziende, la legge non si tradurrà in nuovi obblighi: la volontarietà rimane infatti un cardine della normativa.

L’impegno della Regione consiste da un lato in iniziative di informazione e sensibilizzazione, dall’altro in politiche per la promozione delle imprese “etiche” ed agevolazioni in particolare nei servizi rivolti alle piccole e medie imprese. Sarà il piano regionale di sviluppo economico a definire concretamente gli interventi, che potranno comprendere anche semplificazioni amministrative ed agevolazioni fiscali. La legge disciplina inoltre in modo dettagliato la composizione ed il funzionamento della Commissione etica regionale (Cer), organo consultivo della Giunta, che collabora al monitoraggio delle imprese e vede la partecipazione, fra gli altri, di Camere di commercio, associazioni, Ong, sindacati, categorie.


Il consigliere regionale della Margherita Mauro Ricci è intervenuto durante la seduta di stamattina: “E’ una legge – ha detto Ricci - che valorizza il nostro statuto regionale dove si sottolinea l’importanza della responsabilità sociale delle imprese e che contribuisce al processo di ridefinizione del concetto di "marchio" e di "immagine" aziendale”. Il consigliere Dl ha sottolineato l’importanza di un certificazione etica delle nostre imprese:“Purtroppo l’impresa pubblica o privata spesso non pensa di dover rispondere a norme etiche che sottolineano il rispetto della persona umana, dell’ambiente, della parità senza discriminazioni, della sicurezza sui luoghi di lavoro e senza sfruttamento, che sono base essenziale per una responsabilità d’impresa, per contribuire ad uno sviluppo sostenibile attraverso una direzione politica aziendale che sia rispondente a quelle indicazioni che vengono al Libro Verde presentato dalla commissione Europea”.


“In un importante contesto produttivo come quello della Toscana – ha continuato il consigliere Dl - con tanti prodotti di qualità, considerando un mercato sempre più globalizzato e competitivo, le aziende hanno necessità di dimostrare l'impegno assunto nei confronti dei clienti, degli azionisti, della collettività. Impegni che riguardano i rischi legati alla qualità dei prodotti, all'impatto ambientale delle produzioni, alla sicurezza e alla responsabilità, servono “marchi di garanzia”, la cosiddetta certificazione”.


“Questa proposta di legge – ha concluso Ricci - è importante per tutte le realtà produttive della toscana per un processo di riposizionamento dei prodotti sul mercato internazionale, puntando sulla forza e il valore aggiunto dell’autenticità. Le produzioni toscane soffrono la concorrenza dell’ingresso di nuovi paesi nel mercato internazionale e potrebbero trarre evidenti benefici dagli elementi di valorizzazione tracciati in questo testo di legge”.
“Apprezziamo la ‘ratio legis’ del testo, ma apprezziamo molto meno la formulazione che questo testo ha avuto alla fine di un processo legislativo tutt’altro che lineare”.

Questo il parere di Alberto Magnolfi (Forza Italia), che ha annunciato di conseguenza l’astensione del suo gruppo. “Noi avevamo offerto la nostra collaborazione all’elaborazione di un testo migliore, ma non siamo stati presi in considerazione. E’ mancato un confronto aperto e questo costituisce un limite” ha aggiunto Magnolfi, secondo il quale con questa legge il sostegno e l’incentivazione sono legati a meccanismi non giuridicamente certi e accertabili. Siamo all’inizio di un percorso, di una fase di sperimentazione: è l’avvertimento dato da Roberta Fantozzi (Rifondazione Comunista), che ha voluto sottolineare gli aspetti positivi di questa proposta di legge: la responsabilità sociale, innanzitutto, è un di più rispetto al rispetto delle norme; inoltre la tracciabilità sociale è un concetto centrale che coinvolge tutta la filiera produttiva.

C’è un rischio, secondo la consigliera: che nella corsa alla certificazione il livello richiesto di standard qualitativi si abbassi. “Per questo – ha concluso Fantozzi – occorre un attento monitoraggio”. Anche Giuseppe Del Carlo (Udc), come Magnolfi, ha voluto sottolineare di condividere lo spirito e i principi della legge, ma non il modo in cui è stata elaborata. “Secondo noi è di difficile applicabilità – ha detto – visto che si ispira a un’ampia discrezionalità e non a principi precisi e concreti.

Inoltre la Commissione etica è un organismo pletorico che avrà difficoltà a funzionare e a effettuare funzioni di controllo”. Del Carlo ha pertanto annunciato l’astensione dell’Udc, così come ha fatto Roberto Benedetti a nome del gruppo di Alleanza nazionale, per le stesse motivazioni. L’assessore alle attività produttive Ambrogio Brenna ha replicato che è stato fatto un buon lavoro, che gli aspetti individuati come critici sono stati in realtà ampiamente sperimentati negli anni passati e che si è visto che funzionano.

“Non si tratta di una legge manifesto – ha commentato Brenna -. Nel processo viene coinvolta tutta la filiera, grazie alla tracciabilità. Inoltre la presenza di un soggetto terzo che certifica rappresenta un ulteriore garanzia. Il ruolo della Commissione etica non è pletorico, si tratta di un foro per la rappresentanza molteplice che fin qui ha lavorato bene”.

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