Le potenzialità di gettito ICI per la Toscana: una simulazione IRPET rivela numeri e tendenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 aprile 2006 13:23
Le potenzialità di gettito ICI per la Toscana: una simulazione IRPET rivela numeri e tendenze

908 milioni di euro: questo quanto i comuni toscani hanno raccolto attraverso l’ICI nel 2004, quasi il 60% delle entrate tributarie complessive di comuni (1.545 milioni di euro). Si tratta quindi di un’imposta che, oltre ad avere ampie e consolidate giustificazioni secondo i canoni adottati nei principali sistemi tributari, rappresenta il pilastro dell’autonomia finanziaria comunale, come si rileva anche da un confronto con gli altri tributi e proventi delle amministrazioni locali. Secondo indagini IRPET, tra i tributi la TARSU ha un’incidenza % sul totale delle entrate tributarie pari al 23,8%, l’addizionale IRPEF pari al 7,8% e la TOSAP soltanto all’1,3%, mentre i proventi dei servizi pubblici sono al 33,5%, ed un'altra fetta importante è rappresentata dalla compartecipazione IRPEF con il 29,8%.



Dal 2002 in poi l’ICI è cresciuta del 5-6% all’anno in termini nominali, mentre in termini reali il suo gettito è rimasto pressoché stabile tra il 2000 ed il 2004, suggerendo che parte degli incrementi di gettito prodotti dagli sforzi fiscali delle amministrazioni locali sono andati a compensare la componente inflazionistica. I Comuni toscani, fino ad oggi, hanno utilizzato in modo significativo il potere discrezionale di variare le aliquote -oggi l’aliquota media è di poco inferiore al 5,4% per la prima casa, e del 6,7% per la seconda casa ed altri immobili- al fine di conseguire l’equilibrio finanziario necessario; ci possiamo allora chiedere quali sono le potenzialità di gettito ICI per il futuro, sapendo che la prima casa copre poco meno di un terzo del gettito totale? Si stima che il margine sarà del 28,2%.

In realtà il potenziale è molto più alto sulla prima casa, su cui incidono naturalmente le politiche abitative a favore dei meno abbienti e varie forme di deduzioni, mentre è molto più basso, pari appena al 12%, il margine riguardante le seconde case e gli altri fabbricati ad uso non abitativo. Quindi, per l’ICI, in vigore da 14 anni, è evidente il progressivo assottigliamento dei margini di gettito a disposizione dei Comuni tramite manovre sulle aliquote, a meno di recuperi della base imponibile attraverso la revisione dei valori catastali.

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