Due protagonisti assoluti della scena italiana, per la prima volta insieme, grazie al Teatro Stabile di Genova e alla Compagnia Lavia, Mariangela Melato e Gabriele Lavia, interpretano un classico del teatro del ’900. Al loro fianco due giovani attori: Agnese Nano ed Emiliano Iovine. Quartetto ideale per raccontare una intensa storia di paura e di rabbia, di violenza e di fragilità esistenziale, che l'inventiva regia dello stesso Lavia spinge verso risonanze, ora tragiche e ora comiche, che hanno molto a che fare anche con lo stretto rapporto esistente tra la crisi del "sogno americano" e la realtà attuale dell'Occidente.
Scritto nel 1962, e reso celeberrimo dall'omonimo film interpretato da Elizabeth Taylor e Richard Burton diretto da Mike Nichols, Chi ha paura di Virginia Woolf? è il testo più famoso del drammaturgo americano Edward Albee e una delle commedie più note di tutto il teatro statunitense. Un’opera in cui l’ironia del titolo (nulla a che fare con la scrittrice, ma piuttosto con l’assonanza con una canzoncina per bambini) trascolora ben presto in tensione psicologica e amaro ritratto dell’uomo "moderno" e dei suoi rapporti con la storia.
George e Martha sono due coniugi del New England. Lui insegna Storia nella locale università, lei è la figlia del potente preside dello stesso ateneo. Una sera ricevono a casa loro un’altra coppia, più giovane: Nick, docente di biologia, e sua moglie Honey. L’azione si svolge nel salotto, dove quella notte ha luogo un vero e proprio "jeu de massacre". Alcool, atroci derisioni, giochi sadici, scherzi crudeli: la coppia americana esibisce il proprio disfacimento e l’"american dream" naufraga nella solitudine, nell’angoscia e nella nostalgia, mentre ognuno mette a fuoco la propria disperazione e la paura di vivere una vita di false illusioni, di finti rapporti sociali, di tensioni difficili da nascondere, anche all’interno del proprio nucleo familiare.
Coprodotto dal Teatro Stabile di Genova e dalla Compagnia Lavia, lo spettacolo, che sabato 18 marzo festeggia la centesima replica, si avvale della scenografia antinaturalistica di Carmelo Giammello e dei costumi di Andrea Viotti; musiche originali di Andrea Nicolini e luci di Pietro Sperduti.