Organizzato, con inizio alle ore 09.00, da Federambiente e Quadrifoglio S.p.A., con il supporto di Cispel Confservizi Toscana e l’Associazione Nazionale per la Sorveglianza e il Controllo Ambientale (ANSAC).
Partecipano: Sonia Cantoni, Direttore Arpat
Ennio Antonio Carnevale, Università di Firenze
Erasmo D’Angelis, Pres. Comm.ne Territorio e Ambiente Cons. Regionale Toscana
Alfredo De Girolamo, Presidente Cispel Confservizi Toscana
Maria dei Svaldi, Presidente Ansac
Daniele Fortini, Presidente Federambiente
Mauro Rotatori, CNR – IIA
Marco Maria Samoggia, Presidente Quadrifoglio SpA
Erasmo D’Angelis, presidente Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale: “I termovalorizzatori non sono centrali nucleari, sono impianti importanti sia per il piano energetico regionale in una logica di sostituzione di combustibile fossile, sia per chiudere il ciclo dello smaltimento e vanno gestiti garantendo la massima sicurezza negli impatti ambientali e sanitari e dimensionandoli sugli obiettivi di riduzione, raccolta differenziata e riciclo dei materiali”.
Marco Maria Samoggia, presidente di Quadrifoglio: “Nella realizzazione degli impianti le aziende devono dimostrare serietà, competenza e trasparenza: tutto questo si può realizzare soltanto con solide basi scientifiche e non essendo preda di demagogie o facili soluzioni.
Questo convegno punta a dimostrare che in questo paese ci sono enti e ricercatori in grado di garantire queste condizioni necessarie”.
“Attenzione perché i tempi delle scelte in materia di gestione dei rifiuti stanno scadendo e bisogna scongiurare il rischio dell’emergenza”. Così Erasmo D’Angelis, presidente della commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale, interviene sulla questione termovalorizzatori della piana fiorentina. Per D’Angelis “la decisione della Provincia di Firenze ha raggiunto obiettivi positivi che non erano scontati sei mesi fa: sono stati evitati i 2 termovalorizzatori fotocopia alle porte di Campi Bisenzio ed è stato evitato anche di trasformare in ‘business’ la termovalorizzazione avendo fissato, anche con il lavoro della commissione regionale, le quote di rifiuti, intorno al 30 per cento, da trasformare in energia e calore con impianti a gestione pubblica e integrata tra aziende pubbliche dell’area metropolitana.
I termovalorizzatori non sono centrali nucleari, sono impianti importanti sia per il piano energetico regionale in una logica di sostituzione di combustibile fossile, sia per chiudere il ciclo dello smaltimento e vanno gestiti garantendo la massima sicurezza negli impatti ambientali e sanitari e dimensionandoli sugli obiettivi di riduzione, raccolta differenziata e riciclo dei materiali”.
“A quanti continua a pensare che si poteva ancora aspettare – continua ancora D’Angelis – bisogna spiegare che oggi non siamo nella situazione di dieci anni fa, quando era possibile dire ‘intanto proviamo con la raccolta differenziata e poi vedremo’.
Abbiamo davanti due, forse tre anni, e poi, a chiusura del ciclo delle grandi discariche, potremo ritrovarci in una emergenza modello Campania. E’ per questo che il tempo del dibattito è finito e vanno assunte decisioni seguendo la gerarchia della gestione integrata. Ma bisogna anche trovare nuove risorse finanziarie. Se vogliamo provare sul serio a rallentare la nostra superproduzione di rifiuti urbani (2 kg a testa al giorno, il doppio di 10 anni fa) bisogna ci siano le risorse necessarie per incentivare il sistema economico e della produzione.
Se vogliamo aumentare le raccolte differenziate anche con il porta a porta, anche qui bisogna sapere che occorrono maggiori risorse, anche per aprire il mercato del riciclo e del riuso”.